Si è celebrata oggi la Prima udienza (di mero smistamento, con rinvio al 16 luglio alle ore 10.30 dinanzi al collegio 2A presieduto dalla dott.ssa Elisabetta Pagliai) del processo che vede imputata Jeanette Avelina Fraga per concorso in violenza sessuale. Jeanette è accusata di avere agevolato i rapporti sessuali tra la figlia, una ragazza di 30 anni cui è stata diagnosticata la schizofrenia, ed il fidanzato della stessa. La figlia di Jeanette, secondo la Procura di Firenze, non è in grado di esprimere validamente un consenso ad un atto di natura sessuale ( foss’anche, come nel caso di specie, compiuti con il compagno, da dieci anni tale). L’associazione Radicale “Diritti alla Follia” (il cui tesoriere, Avv. Michele Capano, è l’avvocato di Jeanette) ha inaugurato un “presidio” (dinanzi al Tribunale di Firenze), che accompagnerà tutte le udienze di questo processo.
Per Cristina Paderi, Segretaria di “Diritti alla Follia”, “si tratta di un processo emblematico del livello della (non) consapevolezza istituzionale delle prerogative riconosciute ai portatori di disabilità (anche psicosociale) anzitutto dalla Convenzione Onu per i Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) del 2006, legge in Italia dal 2009. È semplicemente aberrante che si ritenga di mettere in discussione il diritto all’intimità sessuale di ogni essere umano, al di là delle condizioni di disagio psichico vissute. Siamo all’età della pietra, in questo senso, e si criminalizzano, invece di considerare benemeriti, coloro che aiutano e condividono l’ espressione di questa cruciale dimensione della personalità dell’ individuo. Ritorneremo qui il 16 luglio, ed accompagneremo questo processo con iniziative dirette a mettere a nudo l’orribile violenza ed ignoranza istituzionali di cui Jeanette, la figlia, ed il fidanzato di questa sono vittima”.
Fotografia gentilmente concessa da Irene Angelino
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