Il “Gruppo di Lavoro dei Familiari” dell’associazione “Diritti alla Follia”* si è formato nel 2022 in seguito alla richiesta e alla necessità di alcuni familiari, già membri dell’associazione, di potersi incontrare e confrontare riguardo alle esperienze che li hanno visti coinvolti nel rapporto con i Servizi di Salute Mentale territoriali ai quali si sono rivolti.
Alcuni partecipanti al Gruppo di Lavoro hanno definito tale esperienza come “traumatizzante”.
Durante le frequenti riunioni che si sono succedute, si è giunti, in particolare, a definire le criticità che il Gruppo ha inteso evidenziare e, nel contempo, all’elaborazione di alcune proposte pensate per il loro superamento.
Queste stesse criticità sono state rilevate e raccolte dall’associazione “Diritti alla Follia”, la quale, sin dalla sua costituzione nel 2018, è stata destinataria di centinaia di segnalazioni relative a violazioni di diritti e/o abusi provenienti sia dai diretti interessati (utenti ed ex utenti), che dai familiari o altre persone coinvolte. Dette segnalazioni, insieme alle criticità evidenziate dal Gruppo, sono poi confluite nel documento allegato.
Va sottolineato che, alcuni dei componenti del Gruppo di Lavoro, sia in seguito a vicende personali, che in qualità di membri, simpatizzanti o attivisti in altre associazioni, hanno nel tempo acquisito un proprio bagaglio esperienziale e culturale che fa di loro dei profondi conoscitori di questo delicatissimo e specifico ambito. Inoltre, essi si sono fatti promotori di una costante attività di divulgazione attraverso seminari, convegni e giornate di studio, che ha coinvolto, e ormai coinvolge a vario titolo, centinaia di persone, in un movimento di opinione che chiede a gran voce che venga finalmente prestata la dovuta attenzione a questi temi.
Nello schema allegato si fa riferimento esclusivamente ai Servizi Territoriali ambulatoriali (Centri Salute Mentale e Centri Psico Sociali) e non ai Servizi Psichiatrici Diagnosi e Cura (SPDC) e Residenziali, i quali saranno oggetto di una distinta e approfondita analisi .
La presente nota, con lo schema allegato (https://dirittiallafollia.it/wp-content/uploads/2022/09/Schema-Aspettative-Criticita-Proposte.pdf ), è stata inviata, con proposta di interlocuzione e confronto, a tutti i Dipartimenti di Salute Mentale italiani; al Collegio Nazionale dei Dipartimenti di Salute Mentale; all’Ordine Nazionale degli assistenti sociali e p.c. al Comitato Onu sui Diritti delle Persone Disabilità.
Sarà successivamente inviata ad altri organismi istituzionali.
Roma, 02 settembre 2022
* L’ associazione “Diritti alla Follia” è nata nel 2018 con l’obiettivo statutario di impegnarsi sul fronte della tutela e della promozione dei diritti fondamentali delle persone “sottoposte”:
1) a varie forme di coercizione in ambito psichiatrico;
2) ai cosiddetti “istituti di protezione” dell’individuo (tutela, curatela, amministrazione di sostegno) ;
3) alle misure di sicurezza per i soggetti “non imputabili”.
Tali obiettivi vengono perseguiti attraverso:
1) elaborazione di disegni di riforma finalizzati ad introdurre elementi di maggiore tutela e garanzia della persona nell’ambito delle procedure coercitive in ambito psichiatrico;
2) esposti, su casi individuali come su problematiche di sistema, ad Istituzioni di vigilanza e monitoraggio sul piano nazionale ed internazionale;
3) partecipazione alle procedure amministrative e giudiziali che coinvolgono i diritti fondamentali dei pazienti psichiatrici o ritenuti tali;
4) campagne di informazione e sensibilizzazione su tali temi.
Nell’area di intervento della nostra associazione ci troviamo di fronte a fenomeni di sistematica lesione dei diritti fondamentali degli individui che cerchiamo di contrastare a partire dalla radicale alternativa del nostro approccio, orientato alla centralità della persona e alla salvaguardia dei diritti insopprimibili di libertà ed autonomia di cui è portatrice.
Pensiamo risulti vincente ed auspicabile un approccio alla disabilità psico-sociale fondato su parole chiave come “umanizzazione”, “fiducia”, “indipendenza”, “volontà”, in alternativa a quello oggi dominante basato sul tridente “sanitario-amministrativo-giuridico”.
Tale rivoluzione copernicana (coerente con i principi della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità ), impone un’alfabetizzazione di tutti gli operatori della salute mentale coinvolti sul piano lavorativo, sociale, sanitario, giudiziario e amministrativo.
Rileviamo con preoccupazione come non siano state ancora accolte dall’Italia :
- le Raccomandazioni del Comitato ONU CRPD, che nell’ agosto 2016 segnalava al nostro Paese le urgenti riforme funzionali ad allineare la normativa e la prassi italiane ai diritti riconosciuti alle persone con disabilità psico-sociale dalla Convenzione stessa, e che il dibattito pubblico attorno ai temi della “salute mentale” si muove nella direzione di un ulteriore aggravamento di tale stato di illegalità internazionale dell’Italia;
- le ripetute Raccomandazioni del Comitato di Prevenzione della Tortura (CPT) circa le necessarie riforme in tema di TSO.
Chi si può contattare in caso di abuso di potere da parte di amministratore di sostegno e di una struttura psichiatrica?.vivo a Roma