Pubblichiamo la storia che ci ha inviato C.R che inizia così:
La storia che vi racconto è particolare ma non dissimile a quella che sta accadendo agli anziani amministrati in questo momento a causa di una legge sbagliata o mal interpretata.
Dagli anni 2000 conosco tramite mia suocera una coppia di anziani signori, persone rispettabilissime, lui avvocato stimato e cassazionista in pensione, lei ex docente di scuola pubblica anch’essa in pensione.
I due sono sempre stati indipendenti, non hanno mai avuto figli ed hanno dei parenti in altre zone d’Italia con cui, a loro dire si sono sempre sentiti pochissimo. Da quello che si vedeva hanno sempre disposto di somme rilevanti in base al loro tenore di vita ed hanno sempre speso tantissimo per la loro casa, le loro auto, la loro persona. Hanno sempre avuto al loro fianco persone come cameriere, autista e segretaria di studio per il marito; quest’ultimo verso la fine degli anni 2000, a circa 90 anni, comincia ad avere problemi relativi all’età di tipo fisico, mai mentale. Viene curato su sua richiesta tramite migliori ospedali anche a pagamento, durante questo periodo viene assistito da molte persone ma mai nessuno ha toccato il loro patrimonio che comunque spendevano liberamente. In quel periodo io ho aiutato il signor R. nelle varie faccende, mi chiese di seguire le sue utenze, raccomandate, ed altro, mai alcun riferimento a banca e gestione immobiliare. Poco dopo il signor R. viene a mancare per l’età ma anche per le malattie che da tempo lo affliggevano. Da qui comincia una strana storia.
Tutta la contabilità di solito veniva gestita dal marito che comunque prima di morire aveva assicurato alla moglie un grande patrimonio che l’avrebbe accompagnata ed assicurata. Qui ad un certo punto, per il funerale si presentano dei nipoti di terzo grado, mai visti in casa, mai sentiti. Dicono alla consorte del defunto che si occuperanno loro del funerale, la vedova, signora A. felicissima di questo lascia a loro l’incarico.
Il funerale viene eseguito tramite una ditta comunale con un furgone bianco, in quel momento la signora A. rimase di sdegno, tuttavia cercò di andare avanti. Due settimane dopo venne un incaricato delle imprese funebri comunali a richiedere il pagamento della quota, la signora procedette con l’emissione di un assegno, ma pochi giorni dopo venne a sapere che il conto non aveva disponibilità per coprire un importo di soli € 1.600. La signora rimase impaurita del fatto, mia suocera che nel frattempo era badante del marito e della signora A. vedendo la signora affranta mi chiamò, sembrava infatti strano che non ci fossero soldi.
La signora accompagnata da me ed un avvocato si presentò in banca, in quel frangente il direttore si rifiutò di comunicare alla signora il suo estratto conto perché troppo anziana, la signora minacciò di chiamare la guardia di Finanza e lui cedette. I soldi c’erano ma erano stati totalmente investiti, dai nipoti che avevano una delega anni prima. La signora chiese il giorno stesso lo svincolo di tutte le somme.
Nei giorni seguenti una dei nipoti si presentò dalla signora A. la prese da parte e le disse che ora senza più il caro marito il posto migliore per finire la sua vita sarebbe stata una struttura adeguata ad anziani (una RSA !!) la signora piangendo la pregò di non chiederle quello e che voleva rimanere nella sua casa.
Per fortuna la signora avendo il marito avvocato, chiamo degli amici “storici”. Fui presente quando arrivarono magistrati ed avvocati in pensione, amici da tutta Italia, conto almeno dieci persone, addirittura un Tar di una regione italiana. Gli spiegarono che il comportamento dei nipoti era volto a cercare di farla amministrare, termine che la signora non conosceva, per evitare questo che ormai era inevitabile vista l’età ed il consistente patrimonio immobiliare, doveva subito correre ai ripari. Gli consigliarono vivamente di ritirare la maggior parte dei contanti e tenerli in cassaforte o cederli a fedelissimi perché non ne avrebbe potuto più disporre, le consigliarono anche di procedere con un documento ufficiale notarizzato, in cui chiedeva di non essere mai mandata in una struttura diversa dalla sua casa qualora fosse stata incapace di intendere e di volere, nello stesso documento indicava chi sarebbe dovuto essere il suo amministratore di sostegno qualora fosse avvenuta la richiesta. La signora non ritirò mai tutto il denaro che rimase per sua sfortuna in banca, procedette invece con il documento, cosa molto importante perché le evitò di essere inviata in una RSA.
Nemmeno un mese dopo il documento pervenne una richiesta di amministrazione da parte dei nipoti, da quel momento la signora A. comincio ad effettuare delle visite geriatriche e psichiatriche in ospedali statali che confermavano la sua integrità psicologica onde evitare di essere amministrata. Arrivò il momento dell’udienza la signora era terrorizzata essendo stata avvisata dai nipoti che sarebbe dovuta andare in una RSA, l’avvocato della signora mi chiese di accompagnarla e di testimoniare a suo favore in modo spontaneo. Il giudice del tribunale tutelare, una donna, fu molto sbrigativa, non si presentò nemmeno, cominciò con una valanga di domande a raffica, la signora, di ben 94 anni riusciva a rispondere ma inciampò su una data, a quel punto il giudice volle sapere di più, continuò con domande su domande, ma non tollerò la data sbagliata. Quando venni interpellato io, come amico di famiglia, dimostrai come i soldi della signora furono stati investiti senza il consenso della signora ma soprattutto in titoli tossici tutti in perdita, questa fu una sorpresa anche per i nipoti che invece credevano che il capitale stesse aumentando. La banca sostanzialmente stava fregando la signora ed i nipoti. A quel punto il giudice si rese conto che i nipoti erano li solamente per un fine economico, ossia tutelare l’eventuale eredità, errore grave perché da li in poi è partito l’iter seppur provvisorio dell’amministrazione in attesa della perizia.
Qui comincia la seconda stranezza, stavo comprendendo come funzionava il sistema ben architettato.
Il giorno della perizia psichiatrica inviata dal giudice tutelare accompagno io la signora, si presenta con ben 20 minuti di anticipo, entrando in questo studio troviamo già sul posto un CTU ed il CTP della controparte che parlavano, il CTP della signora si presenta invece con noi e non è mai stato pagato dall’amministratrice che si rifiutò (illegale) ma dalla signora in contanti.
La perizia inizia in una stanza con i due CTP ed il CTU, io vengo tenuto all’esterno della stanza. Dall’esterno sento il CTU che fa domande terrorizzando la signora che comunque risponde, la signora si sente male esce e le danno un bicchiere d’acqua, io non capisco cosa succede e chiedo di chiamare un’ambulanza, in quell’istante il CTU cambia totalmente approccio e diventa stranamente più docile. Dopo più di un ora la signora termina, è stremata, non si regge in piedi, chiede continuamente perché deve essere sottoposta a questo ed io non so come giustificarlo, visto che la sto accompagnando, l’avvocato cerca di sostenerla moralmente ma lei è distrutta. Parlo con il CTP della signora che mi confida che sia il CTP che il CTU si conoscono e secondo lui hanno già deciso. A questo punto, su richiesta della signora e del suo avvocato oltre che gli amici di famiglia viene ingaggiato un investigatore privato. Molto velocemente informa la signora che il CTU ed il CTP della controparte si conoscono benissimo, hanno sempre lavorato insieme ed hanno sempre eseguito perizie anche per la stessa persona coordinandosi. Questo punto è molto importante, perché un consulente del tribunale dovrebbe avvisare il giudice di conoscere un consulente di parte, per ovvie ragioni di imparzialità.
insieme agli avvocati leggiamo la perizia e viene confermata come persona non in grado di amministrarsi, le motivazioni sono inverosimili, scrive molte falsità che verranno poi dimostrate. A quel punto, come persona informata dei fatti scrivo una pec all’ordine dei medici per informarli di quanto sta accadendo, rispondono chiedendo di inviarla al tribunale dove è iscritto il CTU, nonostante il medico fosse iscritto all’albo. Da qui senza timori procedo con le prove e scrivo al Tribunale che non ha mai risposto nonostante abbia inviato ben tre PEC. La signora ormai amministrata (come amministratore viene scelta un’amica del giudice, scoperta sempre con l’investigatore privato), nonostante l’amministratrice assegnata sia una brava persona e cerca di accontentarla, la limita economicamente, gli da solo 1/3 di quanto spendeva prima, i nipoti tramite richiesta dell’avvocato chiedono di metterla in una struttura e di limitare le spese, fortunatamente grazie al documento precedentemente notarizzato, il giudice comunque fu comprensivo, e la richiesta non venne accettata. La signora è sempre comunque molto scontenta, nonostante cercammo di portarla in vacanza con noi, a casa mia in montagna…. Si sentiva privata della sua libertà, non poteva più scegliere chi chiamare per pulire la grondaia, chi chiamare per far cambiare la caldaia, fare spese e regali che normalmente tutti gli anni faceva e riceveva ai compleanni (gli amici di lunga data gli inviavano bonifici di € 1.000 per il suo compleanno per intenderci).
La signora A. sempre in buona salute, si ammalò improvvisamente per un calcolo alla colecisti. Il calcolo doveva essere operato, ma i medici seguiti dall’amministratrice dissero che vista l’età bastava dargli degli anti-infiammatori, io a mie spese feci venire un altro medico che invece disse che andava subito operata, pregai l’amministratrice di farlo, me lo impedì, disse che ormai era anziana, anzi doveva molto probabilmente vendere la sua casa viste le spese che stava sostenendo. Era il periodo del Covid, la chiusero in ospedale per la maggior parte del tempo, la chiamavamo, era in stato incosciente sempre sotto tranquillanti, fu struggente, terrificante. La signora venne mandata a casa quando ormai nulla era possibile e per farla morire a casa. Fu un omicidio di stato, il fatto stesso di non operare perché una persona è anziana e che quindi non conviene è spaventoso, nonostante ne avesse capacità economica e psicologica.
Incredibile pensare come una persona che un anno prima era in buona salute, che si godeva la sua vita, i suoi amici, il suo cane, ad un certo punto venga messa in prigione, che sia una RSA oppure nella sua casa senza soldi, da parte di persone estranee è inconcepibile, Io l’ho vissuta da vicino, ho ancora filmati, nomi e cognomi di tutti gli attori e pensare che questo un giorno può accadere a me, ai miei genitori, ma anche allo stesso giudice, all’amministratore di sostegno ad i nipoti, mette paura, la legge va modificata immediatamente. Per quanto mi riguarda, seppur relativamente giovane, sto provvedendo a diversificare i miei beni in altri stati, sto cercando di ottenere una cittadinanza diversa da quella Italiana per essere tutelato all’estero. Dovremmo farlo tutti noi.
Volevo fare un esposto, con nomi cognomi, le registrazioni, le immagini che mi ha dato la signora dell’investigatore privato, mi è stato sconsigliato, mi hanno detto che questo è un sistema ben congegnato, e che verrei minacciato ed indagato dalla procura. Questa è una macchina infallibile dove tutti gli attori ci guadagnano, CTP, CTU, Avvocati, Amministratori di sostegno che a loro volta chiamano ditte “amiche”. Giustificano anche il lavoro del giudice tutelare che ha migliaia di queste cause dove magicamente persone capaci di intendere e volere ad un certo punto non lo sono più.
Pazzesco cosa aspettano ad abrogare questa inutile e dannosa legge 6/2004 che ha già prodotto solo danni e morte,? Basta deve essere abolita al più presto
Sono d’accordo perlomeno per una revisione della legge. Anche la vita di mia figlia e la mia sono attualmente messe in grosse difficoltà da un’ADS che si comporta come un monarca assoluto. Naturalmente sotto stress un cosiddetto “malato mentale” non può che aggiungere disagio al suo già difficile stato. Ci vuole rispetto nel maneggiare lavita degli altri. In attesa che i nostri lamenti arrivino a scalfire l’indifferenza…..
Sono d’accordo perlomeno per una revisione della legge. Anche la vita di mia figlia e la mia sono attualmente messe in grosse difficoltà da un’ADS che si comporta come un monarca assoluto. Naturalmente sotto stress un cosiddetto “malato mentale” non può che aggiungere disagio al suo già difficile stato. Ci vuole rispetto nel maneggiare lavita degli altri. In attesa che i nostri lamenti arrivino a scalfire l’indifferenza…..