English Version: https://dirittiallafollia.it/wp-content/uploads/2024/06/Susanna-Brunelli-THEY-DONT-KNOW.pdf
Sofferenza emotiva, depressione grave, un pazzesco senso di solitudine, separazione dalla mia anima, praticamente un inferno! In questo posto ci sono porte e finestre bloccate, io che mi volevo “liberare” mi trovo rinchiusa in un reparto di ospedale. Un luogo di cura, dicono, devono prendersi cura di me, lo faranno “per il mio bene”!
Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!
Dall’altra parte della porta…. la mia vita, i miei ricordi, la mia famiglia, i miei gatti, il mio lavoro, la mia casa, la mia macchina, i miei amici, le mie passioni, la mia arte, la mia creatività, il mio sentire, la mia anima …..DIO !
Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!
E’ un inferno, non fa più differenza tra dentro e fuori….
Questo ambiente dis-abilita, i farmaci dis-equilibrano, il cibo dis-gusta, la condizione dis-arma, la dis-biosi aumenta, il paternalismo dis-istima, il fumo dis- turba.
Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!
Se il fumo crea disabilità e vere malattie perché devo essere costretta a stare in un luogo di cura e subirlo? Cosa c’è di sanitario in questo luogo se non sono protetta dal fumo passivo e compulsivo di chi non ne può fare a meno, dove uomini e donne approfittano anche del bagno del reparto di psichiatria?
Forse esagero a pensare che in un ospedale non dovrebbe succedere tutto questo? Ma io non posso accettare neanche un soffio di nicotina in un ambito sanitario, IO, che non tollero il fumo che non ho mai fumato e mai fumerò, l’unico caso in cui trovo appropriato l’uso del termine “MAI”!
Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!
È PARADOSSALE! Io non fumo, ma li potrei imparare a farlo …NO! Mai e poi mai …IO ODIO IL FUMO…. DETESTO IL FUMO… non sopporto il FUMO….Eppure li si fuma… ma non lo posso evitare ! Il luogo è chiuso, si sente l’odore di fumo, ho detto FUMO?
Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!
E il fumo non crea disabilità? Ma che domanda stupida, le persone lì dentro sono considerate già DI-ABILI, che importa!
Questa è una prigione, è tutto sbarrato. Se non bevo le “goccine”, arriveranno a farmi la “puntura”, tra le due il meno peggio, non c’è via di scampo qui dentro.
Cosa c’è di sanitario nell’ essere costretti a mandar giù delle sostanze che ti rendono inerte?
Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!
IO OOOODIO LE PUNTURE, IO OOOODIO I FARMACI, IO OOOODIO IL FUMO, IO OOOODIO LA PSICHIATRIA ! OHHHHH MIO DIO!
Ho il terrore di lavarmi e a venire a contatto con l’acqua, ma il bagno non è per niente incoraggiante, è tutto brutto e il box doccia cade a pezzi…. Non ho diritto di segnalare che il box doccia è rotto? Non ho diritto di respirare aria pulita e mangiare cibo salutare?
‘Non siamo in un hotel 5 stelle’ mi viene detto, allora io sono una persona che merita zero stelle?
Quanto stigma c’è in questa frase?
‘Non siamo in un Hotel 5 stelle…..non siamo in un hotel 5 stelle… non siamo in un hotel 5 stelle ….’ Parole che risuonano nella mia testa come il rumore del carrello che porta a tutti, proprio tutti, le medicine anche se le rifiuti.
Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!
Si preoccupano solo che tutto sia sotto controllo; non si deve sentire, non si deve vedere, neanche ascoltare, tutto viene anestetizzato, attutito.
Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!
Dicono che lo squilibrio chimico del cervello crea la malattia, ma quale squilibrio chimico? Quale malattia? Io ho uno squilibrio dei pensieri, delle mie emozioni! Ho dei problemi da risolvere! Non so come fare là fuori, per questo sono dentro, il mio desiderio di morire equivale al desiderio di vivere, per questo sono qui.
L’inferno non è un luogo dove si possono manifestare i propri diritti, tanto meno farli rispettare. Non hai neanche voglia di farli rispettare, niente e nessuno ti incoraggia a farlo e la condizione ti rende dis – abile.
Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!
Il mio forte disagio altera la mia percezione? La mia percezione è la mia realtà e il trauma rimane uno sgradevole ricordo, come una macchia di caffè su una camicia bianca pulita.
Loro non sanno cosa ha significato per me stare là dentro!
Chi protegge il mio diritto alla salute?
Chi mi protegge quando non sono in grado di farlo da me stessa?
C’è una convenzione delle Nazioni Unite che spesso non viene rispettata.
Susanna Brunelli susi.brunelli@gmail.com
Lascia un commento