
Raccomandazioni del CPT all’Italia
Comunicato stampa
Associazione Radicale “ Diritti alla Follia”
19 Dicembre 2019
Nelle Relazioni sulle visite in Italia dal 2004 al 2016 il Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT),
organismo collegato al Consiglio d’Europa,
ha espresso una serie di Raccomandazioni specifiche sulle garanzie legali relative alla procedura di TSO.
L’Associazione “Diritti alla Follia” ha tradotto ed esaminato queste Relazioni.
E’ possibile consultarle nella versione originale sul sito del Comitato Prevenzione Tortura.
Alleghiamo al Comunicato il documento contenente un sunto delle Raccomandazioni.
Il Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti è un organo del Consiglio d’Europa che, per quanto attiene specificamente l’ ambito psichiatrico, ha svolto quattro visite in Italia. Il Comitato ha un ruolo persuasivo nei confronti degli Stati, si limita ad ispezioni e segnala le criticità che rileva rispetto agli standard dei diritti fondamentali esistenti a livello europeo consacrati dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’ uomo . Le criticità vengono manifestate attraverso delle raccomandazioni inviate agli Stati .
Le raccomandazioni all’ Italia si sono andate ripetendo dal 2004 al 2016 .
Le abbiamo dovute tradurre in quanto, di questo documento così significativo per l’Italia, non è stato possibile trovare neanche il testo in italiano !
Rispetto a queste raccomandazioni clandestine, abbiamo riscontrato una sostanziale coincidenza tra quello che il Comitato per la Prevenzione della Tortura predica e quello che è il contenuto della proposta di riforma del trattamento sanitario obbligatorio di cui ci siamo resi elaboratori e protagonisti in questi anni. Ovviamente queste raccomandazioni si sono andate ripetendo nel corso degli anni perché il Comitato nelle visite registrava che nulla era cambiato, ma questo tipo di sollecitazione non è mai entrata neanche nel dibattito istituzionale !
Grazie al CPT abbiamo un’ opportunità straordinaria per segnalare come le nostre non siano affatto tesi estremistiche tese in qualche modo a mettere i bastoni tra le ruote all’ interno di una procedura che si afferma avere delle finalità e delle caratteristiche esclusivamente sanitarie , in cui la presenza dell’ avvocato,dell’udienza, del foglio informativo, della possibilità di visita, non rappresentano altro che un ignorante intralcio nell’ attuazione di un trattamento terapeutico !
Parliamo di diritti fondamentali della persona e di raccomandazioni che, alla luce del quadro normativo delineato dalla stessa Corte europea dei diritti dell’ uomo, vengono ritenute cruciali nell’ambito della coercizione psichiatrica e che aspettano di essere effettivamente attuate.
Si tratta di raccomandazioni negate alla conoscenza anche degli operatori del settore e questa è un’ attività cruciale che ci aspetta nei prossimi mesi :questo è quello che si muove riguardo al trattamento sanitario obbligatorio.
Michele Capano
Cristina Paderi
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