F. ci inoltra la seguente testimonianza, ce ne chiede la pubblicazione e si assume la responsabilità delle sue dichiarazioni.
F., cittadino residente a Milano, insonne da troppo tempo, si reca al Pronto Soccorso di un ospedale pubblico di Milano pensando che potrà tornare a casa quella stessa sera, invece….
Reparto psichiatria. Novembre 2019
F. : “Mi hanno legato dalle 23 e 30 alle 7”.
“Quando ero già legato e solo nella stanza (con delle porte con delle vetrate, per cui gli altri pazienti che passavano mi vedevano soffrire, ma se ne sono fregati) e chiedevo aiuto per il dolore ai polsi, alle caviglie e per la posizione davvero assurda in cui mi hanno costretto (legato supino e strettissimo) – e loro erano nella stanza accanto ed in grado di sentire – sono poi arrivati, dopo ore, urlandomi addosso insulti e dicendo di vergognarmi per come mi ero ridotto, e che mi avrebbero fatto fare il TSO l’indomani mattina. Non ti dico la cattiveria nel tono e nelle facce, trasfigurate e l’umiliazione del tutto. Poi mi hanno gettato letteralmente in gola altra chimica e con estrema violenza mi hanno iniettato qualcosa – lasciandomi il segno per delle settimane. Un vero sequestro di persona con torture e minacce. Sicuramente hanno fatto di tutto per mettere in pericolo la mia vita – considerate anche le condizioni di estrema debilitazione in cui ero.
Ho chiesto aiuto per delle ore, sperando ci fosse almeno un infermiere diverso, ma si sono rivelati tutti dei veri mostri. E considera che poi la mattina è arrivata mia madre, e che se non avessi avuto nessuno, chissà cosa sarebbe successo.
E comunque, chi non ha nessuno, una volta nelle grinfie della psichiatria, è fregato, e questo è terrorizzante ed inaccettabile, è anche illegale a quanto ho appreso il fatto che non sia passato per nulla un medico in quelle 7 ore e mezza.”
Non è necessario aggiungere alcunchè al racconto di F.
Basta solo chiudere gli occhi e pensare che in questo preciso istante decine di persone, adulti, anziani e minori, nei reparti psichiatrici, nelle strutture sanitarie di ogni genere, nelle comunità, nelle carceri, nei centri per gli immigrati, stanno subendo ciò che ci ha descritto F.