• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale

Diritti alla follia

Associazione impegnata sul fronte della tutela e della promozione dei diritti fondamentali delle persone in ambito psichiatrico e giuridico.

  • HOME
  • ASSOCIAZIONE
    • Chi siamo
    • Consiglio direttivo
    • Aree tematiche
    • Lo statuto
  • CAMPAGNE
  • PROPOSTE DI RIFORMA
    • Vai alle proposte di riforma
    • Petizioni
  • BLOG
  • EVENTI
  • PUBBLICAZIONI
    • Documenti
    • Bibliografia
  •  ISCRIVITI 
  • CONTATTI
  • Show Search
Hide Search

Comunicato stampa

Comunicato stampa: Carlo Gilardi, il Professore di Airuno è morto: ora tutto torna “a posto”

Diritti alla Follia · 24/10/2023 · 3 commenti

Carlo Gilardi, il Professore di Airuno è morto: ora tutto torna “a posto”

Adesso il chiasso mediatico che tanto aveva infastidito il collaudato sistema Giudici Tutelari/Amministratori di sostegno – portando nientedimeno che il CSM a censurare la trasmissione “Le Iene” – finalmente si placherà. Carlo Gilardi, il Professore di Airuno è morto a 92 anni in un Hospice del suo paese. Finiti i presidi, gli striscioni, i gesti dimostrativi, le inchieste televisive, le istanze e gli appelli (Giorgia Meloni e Andrea Boccelli), le raccomandazione del Garante Mauro Palma; e felicemente destinati al dimenticatoio – che sospiro di sollievo – anche gli spinosi problemi con la CEDU (Corte europea per i diritti umani), che aveva condannato l’Italia per la violazione dell’articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo.

Ora, finalmente, tutto torna a posto; e la inarrestabile operazione silenzio e oblio potrà iniziare a macinare risultati. Carlo Gilardi, titolare di un ingente patrimonio di famiglia, era finito sotto amministrazione di sostegno nel 2017, dopo che sua sorella lo aveva segnalato al Tribunale di Lecco per la sua prodigalità verso enti pubblici e persone fisiche. Donazioni al Comune di Airuno e molteplici elargizioni a persone a lui vicine (alcuni extracomunitari, uno dei quali accolto in casa sua ad otto anni e divenuto poi il suo badante; un’anziana ex domestica).

A fine ottobre del 2020 l’incursione dei poteri dello Stato, Padrone e Tutore: l’amministratrice di sostegno, avvocatessa, si presenta in casa Gilardi, scortata da Carabinieri, infermieri e ambulanza; il badante registra il sonoro: Gilardi urla, “Io in casa di riposo non ci vado!”; e incalza, “Io voglio la mia libertà che mi avete sottratto!” A quel punto la registrazione del sonoro fissa l’agghiacciante commento della Amministratrice, “Conviene fare con l’ambulanza, perché… ehh”; e la risposta dell’operatore, “Ok, allora vado ad organizzare”. Gilardi, compreso che si apprestano a sedarlo, a quel punto cede.

L’avvocatessa lecchese, a cose fatte dichiarerà, “Il Professor Gilardi si è convinto a venire con noi e lo abbiamo preliminarmente accompagnato ad effettuare alcuni accertamenti sanitari”; e aggiunge, “Attualmente il Professor Carlo non è affatto rinchiuso in un luogo contro la sua volontà ma, al contrario, ha condiviso con la sottoscritta un progetto di libertà  (…) Il professor Gilardi vuole tornare a vivere da solo a casa sua e questo sarà l’obiettivo, dopo aver messo in sicurezza anche la sua abitazione”.

C’è tornato ad Airuno, sicuramente; promessa mantenuta; qualche settimana fa; dopo quasi tre anni in Rsa (dove più volte ha continuato ad asserire, di fronte a testimoni, di non volerci stare); c’è tornato moribondo.

Nel giugno del 2020, avendo capito la trappola in cui stava per finire, si era sottoposto a perizia psichiatrica, dove, tra le altre cose, si legge “non emergono anomalie o segni di patologia. Il pensiero è privo di alterazioni (…) nessun segno di deterioramento mentale o cognitivo”.

Qualcuno si scruti l’anima; se se la trova.

Condividi:

NEMMENO IL TENORE BOCELLI HA POTUTO INCONTRARE CARLO GILARDI- ISOLAMENTO SOCIALE E UTILIZZO IMPROPRIO DELLA DISCIPLINA DEL TSO: LA CEDU SENTENZIA SUL CASO GILARDI E ACCUSA L’ITALIA DI GRAVI VIOLAZIONI

Diritti alla Follia · 13/07/2023 · 1 commento

La violazione dei diritti umani di Carlo Gilardi, prodotta e avallata dalla giustizia italiana, è affermata dalla Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo. Viene confermato quanto da tempo sostenuto dall’ associazione radicale ‘Diritti alla Follia’ e cioè che la legge sull’ amministrazione di sostegno, la legge 6 del 2004, nell’interpretazione consolidata e benedetta anche dalla Corte costituzionale, è strutturalmente incompatibile con i principi sia della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1952, sia con la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata dall’ Italia con legge del 2009 n°18.

La volontaria giurisdizione – quella dei giudici tutelari – può avere un impatto micidiale sulla famiglia. Può massacrare l’onorabilità ed i patrimoni dei padri in procinto di separarsi dal coniuge, può imporre in famiglia un amministratore estraneo alla stessa, può sottrarre i figli minori ai genitori, può “carcerare” nelle RSA disabili e vecchi, può mettere in moto lucrosi affari in nome della tutela dei più deboli.

La disparità di potere fra le persone fragili e chi decide la loro sorte è enorme.  La storia di Carlo Gilardi docet. Il vecchio professore aveva previsto e denunciato tutto quello che andava subendo, ma ciò non è stato sufficiente a garantirgli la libertà ed ancor meno la piena disponibilità dei suoi averi. Tra gli altri, è intervenuto in suo favore anche il tenore Andrea Bocelli.

In esclusiva a “Diritti alla Follia”, l’avvocato Mattia Alfano, estensore del ricorso alla CEDU sul caso Gilardi, racconta che il tenore, di cui il professore è grande estimatore, voleva andare a trovarlo ma gli è stato negato di andare a cantare “Buon compleanno”. Calpestando il diritto ed umiliando un uomo di grande valore, ancora una volta, il sistema (occulto) ha dimostrato tutta la sua inespugnabilità. 

La strada che conduce giudizialmente alla “tutela” di famiglie e/o di persone in circostanze problematiche è presidiata da diverse figure professionali: giudici tutelari, avvocati, consulenti del tribunale e potenziali amministratori. Questi soggetti, in taluni casi, dopo essersi tolto l’abito di scena, si rivelano dei volgari delinquenti. Eppure in quei frangenti loro sono comunque la legge.

“Un comportamento illegittimo, come ora sancito dalla Corte europea”, sottolinea Michele Capano, presidente dell’associazione, “sostanzialmente i giudici riconoscono che il signor Gilardi è stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio che non avrebbe potuto essere autorizzato in quanto le autorità hanno, in pratica, abusato della flessibilità dell’amministrazione di sostegno per perseguire le finalità che l’ordinamento italiano assegna, con severi limiti, solo a quel tipo di provvedimento e in presenza di precisi presupposti di legge”.

“La privazione della libertà deve essere l’estrema ratio”, dichiara a “Diritti alla Follia” l’avvocato Mattia Alfano “Anche per la persona malata e in un ambito temporale ristretto. Non può essere all’infinito. La decisione della Corte è qualcosa di storico per quanto riguarda l’amministrazione di sostegno. Stabilisce che anche un soggetto fragile, che non ha voce, può essere legittimato ad avere voce”.

Quanto all’isolamento in cui vengono tenute, spesso per ordine dell’amministratore di sostegno, le persone ricoverate, la Corte – continua Alfano – “stabilisce che non c’è alcuna ragione pratica, giuridica e normativa che possa legittimare la privazione dell’affettività delle persone che vengono ristrette in Istituto”. “Come Gilardi ce ne sono a centinaia. Sono stato invaso da telefonate di persone come lui. Purtroppo senza voce”.

“Diritti alla follia” si batte da anni per svelare “La realtà dell’amministrazione di sostegno”, ha elaborato una proposta di riforma con la totale assenza di risposta da parte delle Istituzioni competenti. Ormai ritiene assolutamente necessaria una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mala gestio della legge n. 6/2004.

La realtà dell’amministrazione di sostegno in Italia

Proposta di riforma istituto amministrazione di sostegno : invio al Presidente del Consiglio e al Ministro per la Disabilità

Si spera in una risposta da parte del ministro della Giustizia Nordio all’interpellanza parlamentare fatta dalla deputata Valentina D’Orso (M5S, capogruppo in Commissione Giustizia), in merito al caso Gilardi, dopo la sentenza CEDU.

Chiediamo che lo Stato ascolti la voce delle vittime e dei reclusi condannati a vivere nei parcheggi di fine vita e ad un “ergastolo bianco”.

Roma 12 luglio 2023

Per l’associazione radicale ‘Diritti alla Follia’

Michele Capano, presidente

Cristina Paderi, segretaria

Proposta riforma Amministrazione di Sostegno Diritti alla Follia

CEDU Gilardi

 

 

 

Condividi:

Comunicato stampa Associazione ‘Diritti alla Follia’ sulla tragica vicenda Capovani

Diritti alla Follia · 26/04/2023 · 1 commento

L’associazione ‘Diritti alla Follia’ ritiene di dover intervenire in merito alla recente vicenda che ha visto come vittima la dott.ssa Barbara Capovani, psichiatra toscana, che ha perso la vita in seguito ad una aggressione da parte di un soggetto noto al dispositivo psichiatrico. Esprime dispiacere per questo grave episodio di violenza ed invia le più sentite condoglianze alla famiglia.

Senza voler sminuire la tragedia occorsa, denuncia la strumentalizzazione di tale morte per cercare di depotenziare l’impegno in favore della tutela dei diritti fondamentali degli utenti psichiatrici, che è di ‘Diritti alla Follia’ come di grandi istituzioni di garanzia (Garante Nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale in primis e il Comitato europeo per la prevenzione della tortura), che non ha nulla a che vedere con quello che è accaduto.

 L’associazione intende evidenziare quanto demagogico e strumentale appare l’attacco ‘furioso’ contro associazioni o movimenti critici che contestano l’eccessivo organicismo della psichiatria clinica, attacco che, in questo caso, va a coinvolgere anche gran parte di coloro che si pongono come eredi della riforma basagliana, allargando il tiro anche su chi, a vario titolo, ritiene di dover evidenziare i molti abusi psichiatrici che avvengono quasi quotidianamente. Tanto per fare esempi estremi, dall’entrata in vigore della legge 180, molti sono stati i morti di utenti psichiatrici per contenzione, per abusi prescrittivi di psicofarmaci, per abbandono, per discriminazione, per imperizia, per negligenza, per inosservanza di leggi e regolamenti, in trattamento sanitario obbligatorio, all’interno dei servizi per eccesso di psicofarmacoterapia, per contenzione nelle strutture.

In questo senso va tutta la nostra solidarietà a coloro che da anni svolgono un ruolo di informazione su social network, sotto attacco proprio in questi giorni, che rappresentano uno stimolo per un dibattito su alcuni dei temi menzionati come per esempio quello della coercizione.

Non ci risulta che l’attenzione mediatica strumentalmente rivolta alla scomparsa della dottoressa sia dedicata alle morti degli utenti psichiatrici – di varia natura ed in varie circostanze – ‘sul lavoro’, cioè mentre vengono ‘curati’.

La libertà del paziente è, nella nostra impostazione, la libertà dello psichiatra, a cui da tempo ci dedichiamo. Contro l’ignoranza di chi pensa di mettere l’opinione pubblica di fronte all’alternativa: diritti dell’utente/sicurezza dello psichiatra e della collettività, noi diciamo che pazienti liberi dalla coercizione e responsabili consentono allo psichiatra di lavorare con serenità e sicurezza.

L’associazione ribadisce la necessità di spegnere sul nascere ogni speculazione su questa tragedia ai fini di modificare in senso proibizionista le normative attuali che con tanta fatica si sono riuscite ad ottenere.

Il problema è serio e va affrontato con lucidità, oggettività e conoscenza che non si facciano condizionare da una demagogia da retrobottega.

                                                                                                           Roma 26 aprile 2023

Per l’associazione ‘Diritti alla Follia’

Michele Capano, Presidente

Cristina Paderi, Segretaria

Susanna Brunelli, Tesoriera

Condividi:

Comunicato stampa: Nasce ALIBES, l’Alleanza per la LIbertà di Scelta e il Bene-Essere psicoSociale

Diritti alla Follia · 16/03/2023 · Lascia un commento

Nasce ALIBES, l’Alleanza per la LIbertà di Scelta e il Bene-Essere psicoSociale

Si è costituita un’Alleanza tra numerose realtà organizzate, operanti in àmbito nazionale e locale, per l’avvio di un’azione comune tra quanti intendono proporre un cambio di paradigma a livello normativo, amministrativo e delle prassi operative concernenti le persone che vivono un disagio psicosociale, comunemente definiti i “matti”, e coloro che agli stessi  sono spesso assimilati sul piano dello stigma sociale e della privazione di ogni diritto,  assumendo a pretesto la loro più o meno presunta incapacità di decidere per sé stessi.

“Nell’àmbito delle attività pubbliche rivolte alle persone con disabilità psicosociale o a rischio di discriminazione in ragione della propria vulnerabilità”, dichiarano i promotori e le promotrici “ci troviamo di fronte a fenomeni di sistematica lesione dei diritti fondamentali della persona e al persistere del modello organicista o bio-medico, che trascura gli aspetti psicosociali che sono stati messi in rilievo dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e in campo giuridico dalle Nazioni Unite con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD)”. La legge 3 marzo 2009, n. 18, con cui il Parlamento Italiano ha autorizzato la ratifica della Convenzione, sottoscritta dal nostro Paese il 30 marzo 2007, è tutt’ora inattuata. La possibilità che la rivoluzione copernicana dettata dalla CRPD possa compiersi, come da ultimo ha ricordato il Comitato preposto al monitoraggio dell’attuazione della stessa rivolgendosi all’Italia, sono legate ad una vera e propria necessaria alfabetizzazione degli  operatori e delle operatrici della cosiddetta “salute mentale” operanti negli ambiti sociale, sanitario, giudiziario, amministrativo ed in collaborazione con le famiglie su questi temi, ciò affinché la loro stessa attività sia improntata al riconoscimento ed al rispetto dei diritti umani di ciascun individuo.

ALIBES, richiamando le Istituzioni ed i servizi operanti in questo campo alla conoscenza ed al rispetto dei principi della CRPD, ritiene fondamentale che vengano introdotti specifici vincoli che pongano fine all’arbitrio sperimentato dalle persone e dalle famiglie nell’incontro coi servizi, e che si creino le condizioni utili e necessarie per garantire a tutti i cittadini e a tutte le cittadine il diritto di far valere le proprie ragioni a fronte di interventi sanitari coercitivi, perché nessuno e nessuna possa esservi sottoposto. Occorre, in estrema sintesi, che la condizione di “disagio” non possa più essere utilizzata come il “biglietto d’ingresso per una terra di nessuno” ove le più sacre prerogative dell’individuo, all’interno di uno Stato di diritto, sono cancellate”.

“Per un verso rileviamo con preoccupazione”, aggiungono i promotori e le promotrici “come siano state letteralmente ignorate dall’Italia le raccomandazioni del Comitato ONU CRPD, che nell’ agosto 2016 segnalava al nostro Paese le urgenti riforme funzionali ad allineare la normativa e le prassi italiane ai diritti riconosciuti alle persone con disabilità psicosociale dalla Convenzione stessa. In particolare, il Comitato ha chiesto all’Italia di abolire l’interdizione e l’inabilitazione, e di riformare l’amministrazione di sostegno, affinché essa non possa più essere impropriamenteintesa come regime decisionale sostitutivo della persona beneficiaria, ma si configuri come un supporto all’espressione delle volontà della persona stessa, e come uno strumento funzionale alla sua autodeterminazione; va inoltre rivista la disciplina del trattamento sanitario obbligatorio (in accordo anche alle ripetute, da ormai vent’anni, raccomandazioni del Comitato di Prevenzione della Tortura – CPT), e quella delle misure di sicurezza per i soggetti non imputabili (le REMS e l’eterna libertà vigilata).

Per altro verso constatiamo che il dibattito pubblico attorno ai temi della “salute mentale” si muove nella direzione di un ulteriore aggravamento di tale stato di clamorosa illegalità internazionale dello Stato italiano. L’azione pubblica in tema di “salute mentale” e la quotidiana operatività dei Dipartimenti di Salute Mentale sono carenti in quanto:

  • ignorano le recenti “Linee guida sulla deistituzionalizzazione” del Comitato ONU CRPD;
  • non consentono che alcun ruolo effettivo (culturalmente e pubblicamente riconosciuto) sia svolto da utenti ed ex utenti (del cui apporto ci si avvale in molte esperienze all’estero);
  • non concedono alcuno spazio ad esperienze sociali che in altri Paesi hanno dato ottima prova di efficacia (qui in gran parte del tutto ignorate);
  • “schiacciano” la libertà terapeutica dei medici costringendoli a “condotte professionali difensive”, minando in radice ogni possibile alleanza con gli utenti;
  • sono costruite senza alcuna consapevolezza della centralità del destinatario e della destinataria del servizio nella gestione delle risorse messe in campo, apparentemente, a suo beneficio”.

“Non è rinviabile“, concludono i promotori e le promotrici del progetto “una serena ed equilibrata, ma decisa, rivalutazione critica delle evidenze relative al rapporto tra benefici e rischi nella somministrazione, soprattutto a lungo termine, delle principali classi di psicofarmaci, valorizzando tutte le evidenze disponibili sui percorsi di deprescrizione (considerati i costi economici e sociali delle terapie farmacologiche a lungo termine e delle disabilità fisiche e funzionali che ne possono derivare)”.

                                                                                                                                        lì 16 marzo 2023

Aderiscono al progetto :

Associazione Michele Baù – Angeli con le ali

Associazione Radicale Diritti alla Follia            

Associazione Diritti senza Barriere       

Associazione AMA Linea di Sconfine  

Movimento Psicospirituale   

Associazione Code per Curiosi          

Associazione Keep on                     

Associazione Professione in Famiglia

Associazione Spazio Disponibile             

Associazione superstiti e vittime della psichiatria         

Associazione UHRTA                         

Centro di Relazioni Umane  

Centro Informare un’H                      

Centro per l’alternativa alla psichiatria Francesco Lorusso

Centro Poiesis                              

Circolo Chico Mendez                                      

Comitato dei Cittadini per i Diritti Umani                             

Cooperativa Incontrocorrente                       

ENIL Italia                           

ENIL Lombardia

Istituto Sales 

Mad in Italy portale di informazione scientifica 

Poiesisolidale                           

Per informazioni e adesioni infoalibes@gmail.com

 

 

Condividi:

Diritti alla follia

SEGUICI SUI NOSTRI CANALI SOCIAL


  


Associazione diritti alla follia
Via Bargoni, 32 Roma - 00153

Fondata il 25 luglio 2018 - dirittiallafollia@gmail.com

Copyright © 2025 * Tutti i diritti riservati

PRIVACY & COOKIE POLICY

GDPR - Trattamento dei dati personali
Utilizziamo i cookie sul nostro sito web per offrirti l'esperienza più pertinente alla navigazione di questo sito memorizzando le tue preferenze. Cliccando “Accetta” acconsenti all'uso di TUTTI i cookie. Puoi visitare le impostazioni dei cookie per fornire un consenso personalizzato al trattamento dei tuoi dati. Puoi inoltre visionare la nostra Privacy Policy completa
Impostazione Cookie ACCETTA
Rivedi il tuo consenso ai cookie

Panoramica della privacy

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza mentre navighi attraverso il sito web. Tra questi cookie, i cookie classificati come necessari vengono memorizzati sul tuo browser in quanto sono essenziali per il funzionamento delle funzionalità di base...
Strettamente necessari
Sempre abilitato
Questi strumenti di tracciamento sono strettamente necessari per garantire il funzionamento e la fornitura del servizio che ci hai richiesto e, pertanto, non richiedono il tuo consenso.
CookieDurataDescrizione
cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsQuesto cookie è impostato dal plug-in di consenso sui cookie GDPR. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Analytics".
cookielawinfo-checbox-functional11 monthsIl cookie è impostato dal consenso cookie GDPR per registrare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Funzionale".
cookielawinfo-checbox-others11 monthsQuesto cookie è impostato dal plug-in di consenso sui cookie GDPR. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Altri cookies non in categoria".
.
cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsQuesto cookie è impostato dal plug-in di consenso sui cookie GDPR. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Necessario".
cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsQuesto cookie è impostato dal plug-in di consenso sui cookie GDPR. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Performance".
viewed_cookie_policy11 monthsIl cookie è impostato dal plug-in GDPR Cookie Consent e viene utilizzato per memorizzare se l'utente ha acconsentito o meno all'uso dei cookie. Non memorizza alcun dato personale.
Interazioni e funzionalità semplici
Questi strumenti di tracciamento abilitano semplici interazioni e funzionalità che ti permettono di accedere a determinate risorse del nostro servizio e ti consentono di comunicare più facilmente con noi.
Miglioramento dell'esperienza
Questi strumenti di tracciamento ci permettono di offrire una user experience personalizzata migliorando la gestione delle impostazioni e consentendo l'interazione con network e piattaforme esterne.
Misurazione
Questi strumenti di tracciamento ci permettono di misurare il traffico e analizzare il tuo comportamento con l'obiettivo di migliorare il nostro servizio.
Salva e accetta