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Diritti alla follia

Associazione impegnata sul fronte della tutela e della promozione dei diritti fondamentali delle persone in ambito psichiatrico e giuridico.

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petizione

La prigionia dei vecchi e degli inutili, per il loro bene

Diritti alla Follia · 07/01/2024 · 1 commento

Appello al Presidente Mattarella ed invio raccolta firme

Illustrissimo Presidente,

Esiste una legge, la n. 6 del 2004, che accomuna – ai fini della tutela giuridica – “anziani con qualche ombra”, persone affette da disagio psichico, ludopatici, alcolisti, tossicodipendenti.  Molti di costoro, secondo questa legge, hanno bisogno di un “amministratore di sostegno”. Ma non è specificato, in questa legge, cosa debba fare in concreto l’AdS (acronimo di amministratore di sostegno).

La legge parla genericamente di “assistenza a coloro che, per effetto di una infermità ovvero di una menomazione fisica o psichica, si trovano nella impossibilità, anche parziale o temporanea, di provvedere ai propri interessi“.

Quali sono questi interessi?  Non è spiegato.

In primis, di fatto, sono i soldi, che deve gestire l’AdS. Ma l’AdS si è preso il potere, assegnatogli dai giudici tutelari, di gestire l’intera vita della persona ritenuta fragile.

Questa legge, così vaga e omnicomprensiva, ha dato spazio, negli anni, ad abusi di ogni genere. Come può una singola persona decidere quale sia il “bene” di un’altra? E il concetto di bene è quanto di più vago ci sia.

Il risultato? “La prigionia dei vecchi e degli inutili, per il loro bene”, in balia delle decisioni di un amministratore di sostegno.

La Legge va cambiata: abbiamo raccolto centinaia di firme e abbiamo una proposta di Riforma degli istituti di tutela giuridica conforme ai principi sanciti dalla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), che alleghiamo.

Attendiamo fiduciosi cortese riscontro

Associazione ‘Diritti alla Follia’

Roma, 07 gennaio 2024

Proposta riforma Amministrazione di Sostegno Diritti alla Follia

MANIFESTO AdS

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LA PRIGIONIA DEI VECCHI E DEGLI “INUTILI” il DOCUFILM di Barbara Pavarotti

Diritti alla Follia · 16/05/2023 · 1 commento

È finalmente online il docufilm La prigionia dei vecchi e degli ‘inutili‘ realizzato dalla giornalista Barbara Pavarotti, con la regia di Roberta Zanzarelli e lo speaker Massimo Veschi. Si tratta del primo e unico docufilm finora realizzato in Italia sugli abusi verso gli anziani sottoposti ad amministrazione di sostegno.

La stessa Pavarotti, assieme all’Associazione Diritti alla Follia, è promotrice di una petizione denominata “No alla reclusione dei vecchi e degli ‘inutili’ imposta per legge”, ospitata sulla piattaforma Change.org, che ha la finalità di promuovere la riforma di questo istituto di tutela e che può essere sottoscritta da chiunque ne condivida le finalità. La petizione fa propri gli elementi cardine di una proposta su questa materia elaborata dall’Associazione Diritti alla Follia di cui si può leggere a questo link, che sono i seguenti:
– Garantire il diritto alla difesa, per legge, a chiunque sia oggetto di un ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno
;
– Togliere ad un unico Giudice monocratico il potere di decidere sulla vita di una persona, e affidarlo ad un Collegio, composto anche da figure specialistiche in materia di disabilità;
– Stabilire, per gli amministratori di sostegno, l’obbligo tassativo di non avere in carico più di un beneficiario;
– Riconoscere al beneficiario il diritto ad essere direttamente sentito dal Giudice Tutelare;
– Equiparare, in ordine ai rapporti affettivi da preservare, congiunti di fatto e amici di lunga data, ai congiunti di sangue. 

 Il Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità vieta espressamente che gli istituti di tutela, «compreso il meccanismo dell’amministratore di sostegno», possano essere applicati nei termini di regimi decisionali sostitutivi della volontà delle persone con disabilità, ed invita il nostro Paese ad «emanare e attuare provvedimenti per il sostegno alla presa di decisioni», così si legge al punto 28 delle Osservazioni Conclusive al primo rapporto dell’Italia sull’applicazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, pubblicate nel 2016 ed ancora del tutto ignorate.

https://www.change.org/p/no-alla-reclusione-dei-vecchi-e-degli-inutili-imposta-per-legge

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“La prigionia dei vecchi e degli inutili”: il trailer del Docufilm di Barbara Pavarotti

Diritti alla Follia · 29/04/2023 · Lascia un commento

Ho fatto il primo e unico Docufilm finora realizzato in Italia sugli abusi legati all’amministrazione di sostegno per gli anziani, sbattuti a centinaia di migliaia in strutture contro la loro volontà. Parcheggio in attesa della morte. In queste strutture oggi 100.000 persone sono ancora sottoposte a contenzione.
 Negli Usa si fanno inchieste giornalistiche, girano documentari, in Italia nulla. Il mio Docufilm si chiama “La prigionia dei vecchi e degli inutili” e contiene decine di testimonianze inedite. Sono diventata un’esperta in materia, mi contattano una marea di “vittime”.
Ti chiedo aiuto, con la tua firma, perché il presidente Mattarella può, se vuole, chiedere di cambiare la legge. Troppo vaga e fonte di abusi pazzeschi, come dimostro, con tante testimonianze, nel mio Docufilm. 
Ecco il trailer di due minuti  “La prigionia dei vecchi e degli inutili” che presenterò pubblicamente a breve.
Barbara Pavarotti, giornalista

Una situazione paradossale e scandalosa, che riguarda centinaia di migliaia di anziani e di soggetti fragili, favorita dalla pessima applicazione di una legge che, varata a fin di bene, è stata applicata male dal sistema giudiziario, con il proliferare di innumerevoli abusi su soggetti vulnerabili da parte di una particolare figura, l’amministratore di sostegno (AdS), della cui legge istitutiva l’associazione ‘Diritti alla Follia’ propone una riforma radicale e urgente, chiedendo il sostegno di Mattarella.

La legge in questione (numero 6/2004) risale a quasi venti anni fa, essa ha prodotto innegabili buoni risultati su un fronte, promuovendone però pessimi su un altro. Tutte le volte, infatti, che per via di conflitti endofamiliari non è possibile attribuire la funzione a un familiare, il Giudice tutelare, quasi in automatico, nomina un amministratore esterno.

Primo risultato: mentre in passato la nomina di un tutore per le persone anziane, con infermità fisiche o psichiche, era un fatto raro, «la plasticità del nuovo istituto (strumento omnibus, applicabile ai casi più vari: dall’anziano al tossicodipendente, dall’utente psichiatrico al ludopatico), la facilità di accesso alla procedura e una certa dose di disinformazione, hanno fatto esplodere le istanze presso i tribunali. Si è così formata una domanda, a soddisfare la quale è puntualmente arrivata l’offerta.

Vi sono amministratori di sostegno, di solito avvocati, con ben 50 incarichi di questo tipo.

Non crediamo di esagerare affermando che oggi l’amministratore di sostegno è diventato uno degli snodi strategici di un colossale business, che comincia a funzionare appena fuori dall’aula del tribunale e termina nelle Residenze sanitarie assistite (RSA), dove l’anziano o il disabile, ridotto a cosa da nutrire e nettare, perduto ogni valido riferimento affettivo, vive un crollo psicologico che è l’anticamera di quello fisico. Per contro, sovraccarico di fascicoli vecchi e nuovi, il Giudice tutelare, nella maggior parte dei casi, lascia fare.

Per porre fine a questa «strage a fin di bene» l’associazione ‘Diritti alla Follia’ invita Mattarella a «esercitare sul Parlamento quella giusta pressione morale, capace di far sentire a tutti l’importanza e l’indifferibilità di un intervento legislativo su questa materia».

 La riforma proposta si basa su cinque punti:

 1) diritto della persona, proposta o già sottoposta ad Ads, alla difesa tecnica da parte di un legale di fiducia;

 2) diritto della persona, proposta o già sottoposta ad Ads, ad essere ascoltata direttamente dal giudice tutelare;

3) diritto del congiunto di fatto (ivi compresi gli amici di vecchia data) a mantenere rapporti, al pari dei congiunti di sangue, con l’anziano o con il fragile beneficiario;

 4) obbligo per l’amministratore di sostegno di non prendere in carico più di un beneficiario;

 5) riforma dell’ufficio del giudice tutelare, che da monocratico diviene collegiale”.

PROPOSTA di RIFORMA AMMINISTRAZIONE di SOSTEGNO

Firma anche tu, se sei d’accordo, per chiedere al Governo di rivedere la legge 6/2004

Inviando una mail a dirittiallafolli@gmail.com

Grazie !

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Comunicato stampa associazione “Diritti alla follia”: 100 firme per la nomina del garante regione Sardegna

Diritti alla Follia · 12/05/2021 · Lascia un commento

SUBITO LA NOMINA DEL GARANTE REGIONALE DELLE PERSONE SOTTOPOSTE A MISURE RESTRITTIVE DELLA LIBERTÀ PERSONALE. LA SARDEGNA SI MOBILITA CON UNA PETIZIONE AL CONSIGLIO REGIONALE.

L’Associazione Radicale “Diritti alla Follia” è impegnata sul fronte della tutela e della promozione dei diritti fondamentali delle persone sottoposte a varie forme di coercizione in ambito psichiatrico, ai cosiddetti “istituti di protezione” dell’individuo (tutela, curatela, amministrazione di sostegno) e alle misure di sicurezza per i soggetti “non imputabili”.

Sin dalla sua costituzione si è impegnata per la nomina del Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale in Sardegna.

Il 7 febbraio 2011 il Consiglio regionale della Sardegna ha approvato la LR la Legge Regionale n° 7 sul “Sistema integrato di interventi a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”, una legge importante, innovativa e di grande visione, che tuttavia non ha mai trovato attuazione.

Uno dei punti cardine della legge è l’istituzione del Garante regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Una figura di garanzia e tutela fondamentale, che anticipò di oltre due anni il Decreto Legge 23 dicembre 2013 n° 146, convertito con modificazioni dalla Legge 10/2014 di istituzione del Garante Nazionale.

Il Garante Regionale non è mai stato nominato.

Il Garante deve essere nominato dal Consiglio Regionale a maggioranza qualificata e ha compiti rilevanti di tutela e garanzia della corretta applicazione degli istituti che a qualunque titolo incidono sulla restrizione della libertà personale. La Sardegna non vi può rinunciare.

In più occasioni il Garante Nazionale ha auspicato la sua nomina da parte del Consiglio Regionale, così come disposto dalla Legge regionale 7/2011, come del resto si legge nel rapporto del Garante Nazionale redatto in occasione della sua ultima visita ispettiva del 2019, pubblicato nel sito istituzionale. L’Associazione Diritti alla Follia chiede che il Consiglio Regionale proceda immediatamente alla nomina del Garante, per questo ha proposto una petizione che alleghiamo al presente comunicato.

L’obiettivo è raccogliere 100 adesioni in un mese, depositare la petizione e presidiare il Consiglio Regionale affinché la mozione sia portata in discussione in aula, così come previsto dall’art. 104 del regolamento del Consiglio Regionale. Se così non fosse, dovranno esserne spiegate le ragioni.

Il modulo della petizione per la raccolta firme è raggiungibile al link cliccando sul bottone qui di seguito:

VAI ALLA PETIZIONE

Ciascuno di noi può farsi promotore della raccolta di firme, ricordando che la petizione potrà essere sottoscritta solo dai residenti nella regione Sardegna.

Per eventuali informazioni si può fare riferimento, oltre alla mail dell’associazione, ai contatti indicati di seguito:

Cristina Paderi
Segretaria Associazione Diritti alla Follia

Contatti
Cristina Paderi 3462378960
Michele Capano 3887942692
Nicola Carboni 3293604665

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Petizione popolare al consiglio regionale della Sardegna Art. 103 del regolamento del consiglio regionale

Diritti alla Follia · 12/05/2021 · 3 commenti

SEDE REGIONE CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

Premesso che:

  • L’articolo 2 della Costituzione stabilisce: «La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo […]»
  • l’Art. 32 della costituzione dispone: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana»
  • l’Art. 1 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea recita: «La dignità umana è inviolabile. Essa deve essere rispettata e tutelata»
  • I principi sopra enunciati fanno parte del patrimonio di valori che sorreggono lo Statuto della Regione Autonoma della Sardegna, considerato l’espresso richiamo contenuto nel primo articolo dello stesso Statuto Sardo.
  • l’art. 7 del Decreto Legge 23 dicembre 2013 n° 146, convertito con modificazioni dalla Legge 10/2014, ha istituito il Garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale ai sensi dell’articolo 3 del Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura e altre pene o trattamenti crudeli, inumani o degradanti, adottato il 18 dicembre 2002 con Risoluzione A/RES/57/199 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite e ratificato ai sensi della Legge 9 novembre 2012, n. 195;

Considerato che:

  • la Legge Regionale n° 7 del 7 febbraio 2011 recante norme sul “Sistema integrato di interventi a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale” ha previsto che la Regione autonoma della Sardegna, nell’ambito delle proprie
    competenze, «[…] concorre a tutelare e assicurare il rispetto dei diritti e della dignità delle persone adulte e dei minori presenti negli istituti penitenziari o ammessi a misure alternative e sostitutive della detenzione negli ospedali psichiatrici giudiziari, nei centri di identificazione ed espulsione e nelle strutture sanitarie in quanto sottoposti a trattamento sanitario obbligatorio, a favorire la loro rieducazione, a ridurre il rischio di recidiva e ad agevolare il loro reinserimento sociale e lavorativo”
  • La Legge Regionale 7/2011 contiene principi e norme fondamentali in materia di sostegno alle donne detenute, alla tutela dei minori, a favore degli stranieri, alla promozione e tutela della salute al reinserimento lavorativo e sociale.
  • La Legge Regionale 7/2011 al fine di contribuire al raggiungimento delle suddette finalità e tutelare i diritti e la dignità delle persone sottoposte a restrizioni della libertà personale al Capo II, art. 10 ha previsto e disciplinato l’istituto del Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale. Il Garante è istituito presso il Consiglio regionale ed è da questo nominato con maggioranza qualificata.
  • Nonostante la Legge Regionale abbia previsto l’istituito del Garante Regionale, il Consiglio Regionale della Sardegna non ha mai provveduto alla sua nomina.
  • Il Garante rappresenta una figura autonoma di garanzia di fondamentale importanza per la comunità regionale in ragione delle funzioni assegnategli dalla Legge Regionale e, tra le quali, quelle relative alla tutela del diritto alla salute, alla promozione delle politiche sociali, al miglioramento della qualità della vita, alla promozione dell’istruzione e della formazione professionale finalizzate al recupero e alla integrazione sociale delle persone in condizioni di fragilità. Il Garante svolge inoltre una importante funzione di collaborazione con il Consiglio Regionale in quanto formula indicazioni e proposte, anche su richiesta degli stessi organi regionali, in merito agli interventi amministrativi e di carattere legislativo, volti ad assicurare il pieno rispetto dei diritti dei soggetti che, in qualunque forma e per qualunque causa, sono sottoposti a restrizioni della loro libertà personale.
  • In più occasioni il Garante Nazionale ha auspicato la nomina del Garante Regionale della Sardegna e contestualmente invitato il Consiglio Regionale a dare ottemperanza a quanto disposto dalla Legge regionale 7/2011.
  • la presente petizione è sottoscritta anche da tutte le persone contenute nell’allegato elenco.

Per tale ragione:

  • i sottoscritti chiedono al Consiglio Regionale l’impegno di procedere con immediatezza alla nomina del Garante Regionale delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, secondo le norme previste dal Capo II della Legge Regionale n° 7 del 7 febbraio 2011 recante norme sul “Sistema integrato di interventi a favore dei soggetti sottoposti a provvedimenti dell’autorità giudiziaria e istituzione del Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale”.

F.to
Cristina Paderi
Paola Lobina
Nicola Carboni
Michele De Rio

Comunicato stampa ufficiale petizione Garante SardegnaDownload

Leggi il comunicato stampa in forma di articolo: vai al comunicato stampa

FIRMA ORA QUESTA PETIZIONE

(La presente petizione può essere sottoscritta solo dai residenti in Sardegna)

Inviando la sottoscrizione a questa petizione, riceverai alla tua email personale un copia della tua sottoscrizione. Allo stesso modo arriverà una copia all’email dell’associazione. Controlla eventualmente anche nella casella Spam o Pubblicità del tuo account di posta elettronica

[ La petizione è stata chiusa il 4 giugno 2021 e tutte le firme sono state consegnate in regione. Abbiamo raccolto un totale di 176 firme. Ringraziamo tutti per il vostro prezioso contributo e vi terremo aggiornati sugli sviluppi ].

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