L’ordinanza n. 24124 della Corte Suprema di Cassazione, depositata il 9 settembre 2024, ha sollevato importanti questioni di legittimità costituzionale riguardo al Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO), previsto dagli articoli 33, 34 e 35 della Legge 833/1978. Questa decisione è stata accolta con favore da diverse associazioni, in particolare l’Associazione “Diritti alla Follia”, che da anni denuncia l’incostituzionalità delle norme attuali.
L’ordinanza è stata emessa in seguito a un caso specifico in cui una donna sottoposta a TSO ha lamentato di non aver ricevuto tempestivamente né il provvedimento del sindaco né la notifica della convalida da parte del giudice tutelare. Questo le ha impedito di presentare opposizione al trattamento entro i termini previsti. La Corte ha evidenziato che l’attuale normativa non garantisce il diritto all’informazione e alla partecipazione attiva nel processo decisionale per gli individui soggetti a TSO, compromettendo così il loro diritto di autodeterminazione e difesa.
Punti chiave dell’ordinanza
– Legittimità Costituzionale: La Corte ha ritenuto che le disposizioni attuali del TSO possano violare diritti fondamentali garantiti dalla Costituzione italiana, in particolare quelli relativi alla libertà personale e al giusto processo.
– Necessità di riforma: È stata sottolineata l’urgenza di riformare la disciplina del TSO per garantire una protezione adeguata dei diritti delle persone coinvolte. Le attuali procedure sono state giudicate insufficienti e potenzialmente arbitrarie.
– Critiche internazionali: La Corte ha richiamato le raccomandazioni del Comitato per la prevenzione della tortura (CPT) del Consiglio d’Europa, che ha criticato la prassi attuale, evidenziando l’assenza di garanzie per i pazienti durante il processo di TSO.
L’ordinanza della Corte Suprema rappresenta un passo significativo verso la revisione della legge sul TSO in Italia. Essa non solo riconosce le lacune esistenti nella normativa attuale, ma invita anche a una riforma che possa garantire i diritti fondamentali delle persone sottoposte a trattamenti sanitari obbligatori.
Il Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT) ha sollevato diverse critiche significative riguardo alla normativa attuale sul Trattamento Sanitario Obbligatorio (TSO) in Italia. Queste critiche si concentrano principalmente su aspetti legati alla protezione dei diritti delle persone coinvolte e alla trasparenza delle procedure.
Principali critiche del CPT
1. Mancanza di informazione e coinvolgimento:
Il CPT ha evidenziato che le persone sottoposte a TSO spesso non ricevono informazioni adeguate riguardo al loro status giuridico e alle procedure in corso. Questa mancanza di comunicazione compromette il diritto all’informazione e alla partecipazione attiva nel processo decisionale, essenziale per il rispetto dell’autodeterminazione.
2. Assenza di audizioni dirette: Una delle critiche più rilevanti riguarda l’assenza di audizioni dirette da parte del giudice tutelare. Il CPT ha sottolineato che la prassi attuale, in cui i pazienti non vengono mai incontrati di persona dal giudice, è incompatibile con le garanzie previste dalla Costituzione italiana, in particolare con l’articolo 13, che tutela la libertà personale.
3. Procedure arbitrarie e discrezionali: Le decisioni relative al TSO sono spesso lasciate alla discrezionalità del giudice tutelare, senza garanzie sufficienti per le persone. Questo porta a situazioni in cui le misure restrittive possono essere imposte senza un adeguato contraddittorio o senza che il diretto interessato possa contestare efficacemente tali decisioni.
4. Critiche alla tempestività delle notifiche: Il CPT ha messo in evidenza che le notifiche relative ai provvedimenti di TSO non vengono sempre effettuate, impedendo alle persone coinvolte di presentare opposizione entro i termini previsti. Questo è stato un punto centrale anche nell’ordinanza della Corte Suprema di Cassazione, che ha richiamato l’attenzione sulla necessità di garantire un ricorso tempestivo ed effettivo.
5. Inadeguatezza delle garanzie procedurali: La normativa attuale non prevede sufficienti garanzie procedurali per proteggere i diritti delle persone coinvolte, come il diritto a un ricorso effettivo contro decisioni che limitano la libertà personale. Questo è stato considerato un potenziale rischio di restrizioni arbitrarie della libertà.
Queste critiche hanno portato a una crescente richiesta di riforma della legge sul TSO, al fine di garantire una maggiore protezione dei diritti umani e una procedura più equa e trasparente per gli individui coinvolti.
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