L’ assemblea dell’ Associazione radicale “Diritti alla Follia”, riunita:
in modalità telematica, sulla piattaforma “Zoom”, sabato 6 e domenica 7 novembre 2021 in presenza in Largo dello Scoutismo 1 a Roma, sabato 13 e domenica 14 novembre 2021 per il IV Congresso:
- prende atto degli esiti della conferenza nazionale sulla salute mentale tenutasi a Roma il 25 e 26 giugno 2021, e del “vertice internazionale” sulla salute mentale tenutosi a Parigi il 5 e 6 ottobre 2021, e registra – al confronto – la radicale alternativa del proprio approccio orientato alla centralità della persona, e alla salvaguardia dei diritti insopprimibili di libertà ed autonomia di cui è portatrice: da cui la prospettiva – cui è dedicato il congresso – di un’ “altra “salute mentale””;
evidenzia come non siano state accolte dall’Italia le Raccomandazioni del Comitato ONU CRPD, che nell’ agosto 2016 segnalavano al nostro Paese le urgenti riforme funzionali ad allineare la normativa e la prassi italiane ai diritti riconosciuti ai portatori di “disabilità psico-sociale” dalla “Convenzione ONU sui diritti dei disabili”, e che il dibattito pubblico attorno ai temi della “salute mentale” si muove nella direzione di un ulteriore aggravamento di tale stato di illegalità internazionale dello Stato italiano. A riguardo, l’assemblea impegna gli organi dirigenti alla predisposizione ed all’invio di un “rapporto” al Comitato ONU CRPD teso ad evidenziare la situazione descritta;
evidenzia come non siano state accolte dall’Italia le ripetute raccomandazioni del “Comitato di Prevenzione della Tortura” circa le necessarie riforme in tema di TSO, come illustrato dall’ intervento di Christian Loda, funzionario del CPT, nel corso del Congresso. A riguardo, l’assemblea impegna gli organi dirigenti a continuare nell’interlocuzione con il CPT e ad inviare allo stesso un “rapporto” sullo stato dell’arte in materia di detenzioni “sanitarie”, in vista della attività periodica di monitoraggio prevista nel 2022.
In questo contesto, circa i temi oggetto dell’azione e dell’elaborazione dell’associazione in quanto afferenti alla sistematica lesione dei diritti fondamentali della persona, il Congresso:
saluta il perfezionamento della proposta di legge di riforma del TSO nell’ambito del “Comitato Legittima Difesa”, costituito per riunire le forze delle associazioni e cittadini interessati alla modifica dell’attuale articolato della legge 1978/833. Su questo terreno, l’ assemblea impegna gli organi dirigenti – in seno al Comitato Legittima Difesa – a verificare le condizioni per una campagna che coinvolga i cittadini nella presentazione in Parlamento della proposta (anche fruendo delle nuove possibilità di sottoscrizione a distanza garantite dallo SPID) ed in ogni caso a raccogliere adesioni di parlamentari;
registra l’aggravamento del concreto funzionamento dell’istituito dell’ “amministrazione di sostegno’”, oggetto della campagna “Se la tutela diventa ragnatela” che ha visto impegnata l’associazione nel 2020-2021. Sul tema, a fronte della circolazione di progetti di riforma tesi ad aggravare ulteriormente la lesione dei diritti fondamentali dei ‘’beneficiari”, l’associazione impegna gli organi dirigenti a completare l’elaborazione del proprio progetto di riforma dell’istituto, e ad avviare l’interlocuzione con altre realtà associazionistiche e politiche interessate ad ”allineare”, anche su tale questione, la legislazione italiana ai dettami della CRPD ed alle raccomandazioni del Comitato ONU;
segnala come la recente proposta di legge elaborata – con altre forze – dalla “Società della Ragione” in materia di misure di sicurezza per i non imputabili rappresenta un passo significativo nella direzione del superamento di tale anacronistico istituto, ed a valle dell’approfondimento tenutosi nel Congresso impegna gli organi dirigenti ad un’interlocuzione tesa al miglioramento della proposta per poi favorirne l’iter di approvazione parlamentare.
L’associazione mette in luce come gli approfondimenti congressuali dedicati:
- all’istituto dell’ “Ombudsman personale”, esistente in Svezia e già valorizzato dall’Organizzazione Mondiale per la Sanità (e che l’ associazione si propone di promuovere in Italia)
- al “metodo Stefania Guerra Lisi” (che l’associazione si propone analogamente di sottoporre all’attenzione dell’OMS)
- all’esperienza umana e professionale di Giorgio Antonucci, riguardo alla quale è stata presentata in Congresso un’iniziativa editoriale relativa alla pubblicazione di un sito che ne documenta l’opera tesa all’azione terapeutica “umanista” e non coercitiva (che l’ associazione si propone di divulgare)dimostrino:
come risulti vincente ed auspicabile un approccio “sociale” fondato su parole chiave come “umanizzazione”, “fiducia”, “indipendenza”, “volontà” e non quello oggi dominante fondato sul tridente “sanitario-amministrativo-giuridico” alla disabilità psico-sociale. Tale “rivoluzione copernicana’’ (coerente con l’approccio della CRPD) impone una “alfabetizzazione” degli “operatori della salute mentale” coinvolti sul piano lavorativo, sociale, sanitario, giudiziale, amministrativo nell’attività su questi temi. Su questo terreno, dando atto del documento inviato su questo tema dall’associazione nel giugno 2021 a tutti i Giudici Tutelari d’Italia ed al Consiglio Superiore della Magistratura, l’assemblea impegna gli organi dirigenti a continuare in quest’azione, altresì verificando la possibilità di sfruttare canali di finanziamento utili allo scopo;
come occorra lavorare sulla libertà terapeutica dello psichiatra, tale da metter in grado tali professionisti di operare in scienza e coscienza professionale, a fronte dell’attuale – documentata in Congresso – criminalizzazione ed “ostracizzazione” di ogni approccio non rigidamente ancorato ai “protocolli”.
L’ associazione apprezza il ruolo che il Garante Nazionale e taluni Garanti Regionali per le persone ristrette cominciano ad esercitare sul fronte delle detenzioni in ambito sanitario, e sottolinea la gravità della situazione ben descritta dal Garante Regionale del Lazio Stefano Anastasia intervenuto in Congresso (particolarmente sul fronte della “psichiatrizzazione” dei migranti) ed evidenzia l’ azione associativa in corso diretta all’implementazione dell’ufficio del Garante Regionale per la Sardegna, la cui mancanza priva la Regione di un presidio cruciale per la salvaguardia dei diritti fondamentali dei pazienti psichiatrici in un territorio che – come testimoniato dal recente rapporto del Garante Nazionale a valle di una visita in alcune strutture sarde – ne ha urgente bisogno. A riguardo, l’assemblea dà mandato agli organi dirigenti di continuare l’azione tesa a promuovere la nomina del Garante Ragionale sardo, ed a continuare l’avviata interlocuzione con i Garanti.
L’associazione, preso atto dei contenuti del dibattito congressuale sul tema, denuncia l’aggravamento della cronica “crisi” dello Stato di diritto in Italia a fronte dell’emergenza COVID-19, che ha comportato e comporta:
una inedita e preoccupante violazione delle libertà e dei diritti costituzionali della persona, sul piano del lavoro, della circolazione, della libertà di riunione e manifestazione, etc…;
un fenomeno di preoccupante “psichiatrizzazione” del dissenso, come dimostrato dai TSO occorsi a Dario Giuseppe Musso, reo a Ravanusa in Sicilia di aver manifestato pubblicamente contro le decisione governative in tema, e ad un diciottenne di Fano reo di aver rifiutato di indossare la mascherina a scuola. Circa quest’ultimo caso, l’assemblea saluta l’avvenuto ricorso contro il Tso promosso in proprio dall’associazione, dando mandato agli organi dirigenti di continuare l’attività processuale anche a seguito di un inaccettabile provvedimento di inammissibilità per “carenza di interesse” pronunciato dal Tribunale di Pesaro (secondo un collaudato metodo giudiziale teso ad evitare difficili discussioni sul merito di alcuni provvedimenti, rifugiandosi in problematiche di tipo procedurale).
Intende cogliere l’ opportunità di collettiva comprensione dei drammi del TSO in ambito psichiatrico in rapporto al gigantesco TSO collettivo in tema di farmaci vaccinali. Per questo, l’assemblea dà mandato agli organi dirigenti di continuare a sollevare i temi della incredibile parzialità dell’ informazione in argomento e dei limiti invalicabili alle restrizioni imponibili per ragioni di tipo sanitario, verificando possibili interlocuzioni con le realtà sociali interessate a lavorare a riguardo.
La quota associativa, per l’ anno 2022, è fissata in € 35,00 (euro trentacinque,00)
Cristina Paderi, Michele Capano, Alessandro Attilio Negroni, Maria Rosaria D’Oronzo, Andrea Michelazzi.
Buongiorno, mi permetto di lasciare un piccolo commento a caldo e a margine della lettura non approfondita appena svolta del documento associativo e conclusivo congressuale. Prima di tutto e sopra a tutto mi congratulo per la forza e la profondità di tale documento al quale sono felice di aderire, ma anche di promuovere nelle sedi del mio lavoro e della mia attività sociale. Non sto qui a ripetere l’importanza dei temi toccati dal presente atto di sintesi del Convegno che ripeto condivido fino alla punteggiatura. Mi sembra però di intravedere una lacuna, uno spazio che ho l’impressione non emerga come dovrebbe e che forse proprio perché è parte centrale nel mio lavoro mi suona in dissonanza con tutto l’impianto dialogico. Un’azione così forte e di pretesa attenzione alla realtà degli ultimi e dei soli non dovrebbe dimenticare di occupare spazi centrali della nostra Società e per non andare troppo per le lunghe mi riferisco alle prime e più importanti agenzie educative sociali: la scuola e la famiglia. Faccio un esempio subito per non partire per voli intellettuali. Il ragazzo di Fano che ho parzialmente seguito come storia, rappresenta un vuoto umano ed esistenziale verso la persona adolescente, prima ancora di un terribile atto vessatorio ed estremamente violento del TSO. Ma questo è stato possibile proprio perché preceduto da significativi e quotidiani atti di violenza nella scuola e nella famiglia. Intercettare il giovane all’inizio di una sua probabile carriera psichiatrica, forse è già troppo tardi. Mi spiego meglio: se la violenza di uno stato di diritto entra nella scuola (o nella famiglia) e può liberamente agire sopprimendo ogni libertà fondamentale dell’individuo e approssimandosi a uno stato di tortura personale, abbiamo perso tutti, nessuno escluso, quella dignità dell’individuo che è segnalata come indispensabile nella Convenzione dei diritti del Fanciullo. Quel TSO non è un inciampo del Sindaco o dell’attuazione di principi educativi, ma il segnale evidente che esista una violenza quotidiana in atto verso la quale siamo e ci disponiamo come impotenti osservatori. Sono Diritti, scritti solo una trentina di anni fa, quelli del fanciullo, ma che ancora stentano ad essere applicati. Questo è alla base di ogni politica sociale. A dire: se non siamo in grado di difendere la dignità dei più piccoli e dei più soli nella famiglia e nella scuola. perdonate la mia franchezza, non saremmo ma in grado di difendere quelli degli adulti ultimi e soli nella società. Un abbraccio e un forte augurio di buon vento per tutti gli obiettivi di questa comunità. Mauro Pandimiglio
Carissimo Mauro, hai ragione. È una lacuna del documento cui porremo subito rimedio. Un saluto e a presto per parlarne in un confronto.