Pubblichiamo il testo della mail inviata al Presidente Mattarella
Ill.mo Sig. Presidente
nel suo discorso alle Camere del 3 febbraio 2022, Lei ha affermato:
“Dignità è rispetto per gli anziani che non possono essere lasciati alla solitudine (…) Dignità è un Paese non distratto di fronte ai problemi quotidiani che le persone con disabilità devono affrontare”.
È da queste sue parole, che vogliamo partire.
Ebbene, Sig. Presidente, esiste oggi, in Italia, una norma di legge che produce effetti esattamente opposti a quelli che lei ha raccomandato.
Si tratta dell’Istituto della Amministrazione di sostegno, introdotto quasi vent’anni fa con la Legge 6/2004.
Ottima sulla carta, questa Legge ha dato innegabili buoni risultati su un fronte, producendone di pessimi su un altro. Tutte le volte, infatti, che, per via di conflitti endo-familiari, non è possibile attribuire la funzione ad un parente, il Giudice tutelare, quasi in automatico nomina un amministratore esterno.
Se la nomina di un Tutore era un fatto raro, la sbalorditiva plasticità del nuovo Istituto (uno strumento omnibus applicabile ai più vari casi: dall’anziano al tossicodipendente, dall’utente psichiatrico al ludopatico), la facilità dell’accesso alla procedura, e una certa dose di disinformazione, hanno fatto oggi letteralmente esplodere le istanze presso i Tribunali. Si è così formata una Domanda, a soddisfare la quale, è puntualmente arrivata l’Offerta.
L’Amministratore esterno (in genere un avvocato), seguendo una logica strettamente economica (la legge prevede un’equa indennità), accetta quanti più incarichi possibile (a volte più di 50), né più e né meno di quanto accade con i condomini. Ovvio che non ci si possa aspettare che sbrogli matasse familiari. Egli tenderà dunque ad allearsi con il parente meno affettivamente coinvolto, e a intimidire, neutralizzare e, all’occorrenza, escludere completamente il congiunto (di sangue o di fatto) più protettivo e “disturbante”.
Ottenuto il risultato, l’AdS potrà in tutta tranquillità esercitare il suo ampio potere: gestire libretti e conti bancari, vendere beni mobili e immobili, regolare a sua discrezione i rapporti sociali, commissionare perizie mediche ad esperti di sua fiducia; e, se gli pare il caso – tappa finale di molte storie – collocare il “beneficiario” in struttura. Un potere che, se si discosta da quello dell’antico Tutore, lo fa solo per il diverso nome.
Non crediamo di esagerare, affermando che oggi l’Amministratore di sostegno è diventato uno degli snodi strategici di un colossale business, che comincia a funzionare appena fuori dall’aula del Tribunale e termina nelle “Strutture” dove, ridotto a “cosa” da nutrire e nettare, e perduto ogni valido riferimento affettivo, memoriale e identitario, il “beneficiario” vive un crollo psicologico che è anticamera di quello fisico. Per conto suo, sovraccarico di vecchi e nuovi fascicoli, il Giudice tutelare, nella maggior parte dei casi, “lascia fare”.
In vent’anni di applicazione della Legge 6/2004, si è oramai visto di tutto. A voler mettere insieme casi di “beneficiari” controvoglia e di congiunti (di sangue o di fatto) brutalmente estromessi dalla vita dei loro cari, si forma un’ autentica galleria degli orrori: abbiamo la giovane paziente psichiatrica che da anni vegeta dentro una struttura, mentre la madre, che la vorrebbe a casa, per il suo troppo attivismo viene mandata quattro volte a processo (e quattro volte assolta); c’è il novantenne lucidissimo, colto, ricco e generoso, da due anni in RSA perché una sorella lo ha segnalato come prodigo (del suo); c’è la segretaria da decenni impiegata in Ditta, cui viene preclusa la possibilità di incontrare il titolare (suo fraterno amico) che, siccome insiste, si prende una denuncia per circonvenzione di incapace; ci sono casi di congiunte di fatto, da decenni conviventi con i loro compagni, la cui relazione affettiva viene di colpo stroncata per ordine di un Amministratore; c’è un figlio da sempre convivente con la madre, allontanato da casa e sotto processo per maltrattamenti, perché reo di chiedere alla badante notturna il cambio del panno bagnato, di cui l’assistita si lamentava; c’è un altro figlio che, accortosi di sospette scomparse tra i preziosi della madre, fa denuncia contro ignoti e si ritrova denunciato per simulazione di reato; c’è il caso incredibile di una attempata sessantenne, benestante, pienamente capace di intendere e volere, che si ritrova amministrata poiché una sorella ha segnalato al Giudice le sue gravi stranezze comportamentali: vivere con sette gatti e un cane, giocare al gratta e vinci, fare prestiti a delle amiche e non essersi mai sposata.
Sette casi. Ma nel Web ne circolano a centinaia. E migliaia saranno quelli sconosciuti.
Sig. Presidente, l’Associazione ‘Diritti alla Follia’, che le rivolge questo Appello, ha elaborato una Legge di riforma, fondata sui seguenti cinque sostanziali correttivi:
1) diritto della persona, proposta o già sottoposta a AdS, alla difesa tecnica da parte di un legale di fiducia;
2) diritto della persona, proposta o già sottoposta a AdS, ad essere direttamente ascoltata dal Giudice tutelare;
3) diritto del congiunto di fatto (ivi compresi amici di vecchia data) a mantenere rapporti (al pari dei congiunti di sangue) con il beneficiario;
4) obbligo per l’AdS esterno di non prendere in carico più di un beneficiario;
5) riforma dell’Ufficio del Giudice Tutelare, che da monocratico diviene collegiale.
Sig. Presidente Mattarella, facciamo appello a Lei, che con toni così poco di circostanza, ha voluto, in quel suo discorso, riferirsi a questi nostri concittadini in difficoltà. Facciamo appello a Lei perché voglia valutare la possibilità di esercitare sul Parlamento quella giusta pressione morale capace di far sentire a tutti l’importanza e l’indifferibilità di un intervento legislativo su questa materia. Grazie.
Roma 17 marzo 2023
Associazione radicale Diritti alla Follia
La situazione ancora più assurda è ads esterno richiesto da affini per motivi patrimoniali,senza nessun problema famigliare.GT mette ads con procedura d’urgenza senza ascoltare ne il beneficiario ne la famiglia,e non lo toglie più.
L’ads è una figura inutile e nociva per il beneficiario?!!!!….