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Diritti alla follia

Associazione impegnata sul fronte della tutela e della promozione dei diritti fondamentali delle persone in ambito psichiatrico e giuridico.

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TSO

VERSO LA FEDERAZIONE

Diritti alla Follia · 05/02/2023 · 2 commenti

Le associazioni interessate a partecipare possono inviare una mail a dirittiallafollia@gmail.com

PROPOSTA DI UNA “FEDERAZIONE” TRA ASSOCIAZIONI/FONDAZIONI/COMITATI/MOVIMENTI ED ALTRE REALTÀ ORGANIZZATE, OPERANTI SUL PIANO NAZIONALE E/O LOCALE E CHE SIANO INTERESSATE A:

  • PROMUOVERE IL RISPETTO DEI DIRITTI FONDAMENTALI DI CUI ALLA CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ (CRPD);
  • RIFORMARE GLI ISTITUTI GIURIDICI DEL TRATTAMENTO SANITARIO OBBLIGATORIO, DELL’ AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO, E DELLE MISURE DI SICUREZZA PER I NON IMPUTABILI;
  • RIFORMARE I DIPARTIMENTI DI SALUTE MENTALE E GLI STRUMENTI DI WELFARE ALLO STATO ESISTENTI

Carissime e carissimi destinatari (referenti di associazioni, fondazioni, movimenti, comitati etc.), con la presente nota l’ Associazione “Diritti alla Follia” si augura di avviare un percorso diretto alla nascita di una Federazione che riunisca le forze e le idee di quanti intendono proporre un “cambio di paradigma” nella legislazione e nell’attività amministrativa (a partire dalla cultura delle cittadine e dei cittadini che è all’origine di entrambe) che concernono il “disagio diffuso”, in particolare quello psicosociale.
Nell’ambito delle attività pubbliche afferenti a tale tema, ci troviamo di fronte a fenomeni di sistematica lesione dei diritti fondamentali della persona e ad un approccio esclusivamente sanitario a tale “disagio”, laddove nuove politiche, normative e prassi vanno introdotte in coerenza con l’approccio della Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD). La legge 3 marzo 2009, n. 18, con cui il Parlamento ha autorizzato la ratifica della Convenzione, sottoscritta dall’Italia il 30 marzo 2007, risulta allo stato inattuata. La possibilità che la “rivoluzione copernicana” dettata dalla CRPD possa compiersi, come da ultimo ha ricordato il Comitato permanente della CRPD rivolgendosi all’Italia, sono legate ad una vera e propria necessaria “alfabetizzazione” degli operatori della cosiddetta “salute mentale” coinvolti sul piano sociale, sanitario, giudiziario, amministrativo (e magari familiare) nell’attività su questi temi.
In accordo alla CRPD, occorre una gigantesca opera di “recupero” del consenso delle persone cui sono dirette le politiche di “salute mentale”, una drastica opera tesa a garantire le condizioni perché tutti i cittadini vedano garantito il diritto di far valere le proprie ragioni a fronte di provvedimenti ed azioni coercitive (e non ci riferiamo esclusivamente alla “contenzione”) , senza che la condizione di “disagio” possa rappresentare il biglietto d’ingresso in una ”terra di nessuno” ove le più sacre prerogative dell’individuo, all’interno di uno Stato di diritto, siano cancellate.
Per un verso rileviamo con preoccupazione come siano state letteralmente ignorate dall’Italia sia le Raccomandazioni del Comitato ONU CRPD, che nell’ agosto 2016 segnalava al nostro Paese le urgenti riforme funzionali ad allineare la normativa e le prassi italiane ai diritti riconosciuti alle persone con “disabilità psicosociale” dalla Convenzione stessa, sia le ripetute (da ormai vent’anni) Raccomandazioni del Comitato di Prevenzione della Tortura (CPT) circa le necessarie riforme in tema di trattamento sanitario obbligatorio. Per altro verso constatiamo che il dibattito pubblico attorno ai temi della “salute mentale” si muove nella direzione di un ulteriore aggravamento di tale stato di clamorosa illegalità internazionale dello Stato italiano.
L’ azione pubblica in tema di “salute mentale” e la quotidiana operatività dei Dipartimenti di Salute Mentale (ivi compresi i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura, verso cui si consolida e va incoraggiata l’attenzione del Collegio del Garante Nazionale dei Diritti delle persone private della libertà personale e della Rete dei Garanti tutta) ignora le recenti “Linee guida sulla deistituzionalizzazione” del Comitato ONU CRPD; non consente che alcun ruolo effettivo (culturalmente e pubblicamente riconosciuto) sia svolto da utenti ed ex utenti (del cui apporto ci si avvale in molte esperienze all’estero); non concede alcuno spazio ad esperienze sociali che, pure, in altri Paesi hanno dato ottima prova di efficacia (qui in gran parte del tutto ignorate); “schiaccia” la libertà terapeutica dei medici costringendoli a condotte professionali difensive, minando in radice ogni possibile alleanza con gli utenti; è costruita senza alcuna consapevolezza della centralità del destinatario del servizio (e dunque dell’indispensabilità del suo protagonismo) nella destinazione e gestione delle risorse messe in campo (apparentemente) a suo beneficio.

Non è rinviabile, va aggiunto, una serena ed equilibrata, ma decisa, rivalutazione critica delle evidenze relative al rapporto tra benefici e rischi nella somministrazione, soprattutto a lungo termine, delle principali classi di psicofarmaci, valorizzando tutte le evidenze disponibili sui percorsi di deprescrizione in psichiatria (considerati i costi economici e sociali delle terapie farmacologiche a lungo termine e delle disabilità fisiche e funzionali che ne possono derivare), (cit. “Linee Guida per i percorsi di deprescrizione” dell’ I.I.P.D.W.).

Vi alleghiamo, oltre alle Osservazioni del Comitato ONU CRPD ed alle Raccomandazioni del Comitato di Prevenzione della Tortura cui abbiamo fatto cenno, le nostre proposte in tema di riforma di trattamento sanitario obbligatorio e dell’amministrazione di sostegno (cui intendiamo collegare l’abrogazione dell’interdizione e dell’inabilitazione), il lavoro del “Gruppo di Lavoro dei Familiari” dell’associazione “Diritti alla Follia” riguardo alle esperienze che li hanno visti coinvolti nel rapporto con i Servizi di Salute Mentale territoriali cui si sono rivolti: quali riferimenti e spunti per il possibile lavoro comune.

Abbiamo svolto un primo incontro insieme ad alcune associazioni: “Michele Baù – Angeli con le ali” (animata dal dott. Giuseppe Galdi e Orietta Baù); “AMA – Linea di Sconfine” (presieduta dal dott. Marco Bertali); “Diritti senza Barriere” (Presieduta da Bruna Belotti); “Movimento psicospirituale” (animato dal dott. Enrico Loria). Nome, caratteri, parole d’ordine ed effettive priorità di una possibile “Federazione” sono di là da venire, proprio in quanto si è aperti a contributi diretti alla costruzione di un progetto comune perché condiviso.
Vi proponiamo, allora, di partecipare ad un confronto che si terrà con modalità telematica domenica 12 febbraio alle h. 18.00, e per il quale vi invieremo il link ove ci rivolgiate un cenno di interesse, del quale ci auguriamo (l’invito può essere esteso anche ad altre associazioni).
Grazie comunque della vostra attenzione, e buon lavoro.

Roma, 4.2.2023

Per l’Associazione Radicale Diritti alla Follia
La Segretaria, Cristina Paderi
La Tesoriera, Susanna Brunelli
Il Presidente, Michele Capano

Le associazioni interessate a partecipare possono inviare una mail a dirittiallafollia@gmail.com
Proposta-riforma-Amministrazione-di-Sostegno-Diritti-alla-FolliaDownload
Proposta-di-riforma-della-procedura-di-applicazione-del-TSO-con-legge-attuale-a-fronteDownload
Nota-Gruppo-Familiari-Diritti-alla-Follia-settembre-2022Download
Schema-Aspettative-Criticita-ProposteDownload
CRPD-Linee-guida-sulla-deistituzionalizzazione-Traduzione-Fraga-1Download
Guidelines-on-deinstitutionalization-including-in-emergenciesDownload
oss.-conclusive-1°-report-Italia-Italiano-agostoi-2016Download
Raccomandazioni-del-CPT-allItaliaDownload
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V Congresso Associazione Radicale ‘Diritti alla Follia’ – Cagliari 10-13 novembre

Diritti alla Follia · 24/10/2022 · Lascia un commento

L’Associazione Radicale Diritti alla Follia celebrerà il suo V Congresso Nazionale le cui parole chiave sono ‘Umanità, Libertà e De-istituzionalizzazione’ .
Il Congresso si terrà dal 10 al 13 novembre a Cagliari presso il Polo Bibliotecario di Via Falzarego 35 e si articolerà nelle seguenti giornate:

Giovedì 10 apriremo alle h. 11.00 con un presidio nello spazio all’aperto antistante l’ingresso del Tribunale di Cagliari, Piazza Repubblica 18.
Testimonianze: i protagonisti delle vicende connesse alla “ragnatela” dell’amministrazione di sostegno.

  • Giovedì 10 pomeriggio
    Analisi e criticità dei servizi di salute mentale a livello locale e nazionale

  • Venerdì 11 mattina

Amministrazione di sostegno: criticità e proposte di riforma

  • Venerdì 11 pomeriggio

Approcci sociali al disagio diffuso

La realtà nazionale ed internazionale delle reti utenti, ex utenti e sopravvissuti

  • Sabato 12 mattina
    Bastoni, Taser, Bolawrap: come sta cambiando il TSO. Come dovrebbe cambiare il TSO
  • Sabato 12 pomeriggio

L’inganno della libertà vigilata: analisi e proposte

Covid: l’epidemia della coercizione

  • Domenica 13
    Terapeuti a processo : vecchie e nuove storie italiane

Qui di seguito il programma completo

Programma-V-Congresso-Cagliari-10-13-novembreDownload

Sarà possibile seguire il Congresso in diretta Facebook alla pagina https://www.facebook.com/DirittiallaFollia

e sul sito di Radio Radicale www.radioradicale.it

Per informazioni e contatti dirittillafollia@gmail.com

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Le Raccomandazioni del Comitato Prevenzione Tortura (CPT) all’Italia in seguito alle visite ad alcuni SPDC negli anni 2004-2008- 2012-2016

Diritti alla Follia · 30/11/2021 · Lascia un commento

Raccomandazioni-del-CPT-allItaliaDownload
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Comunicato stampa : ricorso avverso il trattamento sanitario obbligatorio inflitto a uno studente di un istituto comprensivo del Comune di Fano (PU) a maggio del 2021.

Diritti alla Follia · 14/09/2021 · 1 commento

Si è svolta oggi, martedì 14 settembre, una triplice udienza dinanzi alla dottoressa Manuela Mari del tribunale di Pesaro per discutere dei tre ricorsi avverso il trattamento sanitario obbligatorio inflitto a  uno studente di un istituto comprensivo del Comune di Fano (PU)  nel maggio del 2021.

I ricorsi erano stati presentati dall’associazione Radicale “Diritti alla Follia” con l’avvocato Michele Capano, dall’associazione “Telefono Viola” con l’avvocato Gioacchino di Palma e dai genitori del ragazzo con l’avvocato Giampaoli.

Per  le controparti : presenti la ASUR Marche e l’Azienda ospedaliera Ospedali Riuniti Marche nord, mentre non era presente l’avvocatura dello Stato che avrebbe dovuto rappresentare sia il ministero della salute (citato per danni dall’associazione Radicale “Diritti alla Follia”),  sia il sindaco di Fano, che ha operato nella qualità di ufficiale del governo e che dunque avrebbe dovuto essere rappresentato dall’avvocatura, che nella specie non si è neanche costituita.

Il giudice Manuela Mari si è riservato una decisione in ordine alle eccezioni procedurali e alle questioni di merito che le parti si sono reciprocamente rivolte. E’ emerso dalla comparsa dell’ ASUR Marche   che nessun  trattamento farmacologico è stato somministrato al ragazzo nel corso dei quattro giorni di ricovero  coatto nel Servizio Psichiatrico Diagnosi e Cura (SPDC).

L’ avv. Capano, per l’associazione Radicale “Diritti alla Follia”, ha dichiarato:

” E’ palese l’illegittimità di un trattamento sanitario obbligatorio che, occorrendo per legge nell’ipotesi in cui si debbano somministrare cure che il paziente rifiuta, in questo caso non ha visto neanche la somministrazione di alcuna terapia.

Quale rifiuto potrebbe esservi stato rispetto a una terapia non somministrata né proposta ? Dunque, è chiara la finalità dimostrativa “politica” di un trattamento sanitario obbligatorio che è servito per educare gli altri ragazzi e gli altri disobbedienti alle conseguenze cui sarebbero andati incontro e cui andrebbero incontro nel caso in cui osassero manifestare un dissenso. Siamo qui come associazione ”Diritti alla Follia”  per affermare all’ opposto che il dissenso è un diritto costituzionale e non può essere – per liberarsene- trasformato in disturbo psichiatrico.”

 Gli avvocati Michele Capano e Gioacchino di Palma in una diretta che andrà online sulla pagina Facebook dell’associazione Diritti alla Follia,  sul canale Telegram e YouTube della stessa, interverranno  per discutere dell’udienza tenutasi oggi e per interagire con gli utenti che vorranno porre delle domande riguardo alla vicenda dell’incredibile trattamento sanitario obbligatorio inflitto nel maggio del 2021 ad un ragazzo reo di non avere voluto indossare la mascherina a scuola.

14 novembre 2021

Associazione Diritti alla Follia                                                                                                       

Michele Capano , tesoriere    

Cristina Paderi,     segretaria  

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Relazioni del Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT) su alcuni SPDC italiani

Diritti alla Follia · 27/08/2021 · Lascia un commento

                                      

” Dall’esame di un certo numero di cartelle, dalle consultazioni con i direttori dei DSM regionali e membri del personale dei Servizi Diagnosi e Cura (SPDC), è emerso che quasi nessuna delle raccomandazioni specifiche fatte in precedenza dal Comitato è stata realizzata nella pratica. Tale stato di cose non è accettabile.”

https://www.dirittiallafollia.it/wp-content/uploads/2019/12/Raccomandazioni-del-CPT-allItalia.pdf ( sunto delle Raccomandazioni).

Nelle Relazioni sulle visite in Italia dal 2004 al 2016 il Comitato per la Prevenzione della Tortura (CPT), organismo collegato al Consiglio d’Europa, ha espresso una serie di Raccomandazioni specifiche sulle garanzie legali relative alla procedura di TSO.

Il Comitato europeo per la Prevenzione della Tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti è un organo del Consiglio d’Europa che, per quanto attiene specificamente l’ ambito psichiatrico, ha svolto quattro visite in Italia. Il Comitato ha un ruolo persuasivo nei confronti degli Stati, si limita ad ispezioni e segnala le criticità che rileva rispetto agli standard dei diritti fondamentali esistenti a livello europeo consacrati dalla giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’ uomo . Le criticità vengono manifestate attraverso delle raccomandazioni inviate agli Stati .
Le raccomandazioni all’ Italia si sono andate ripetendo dal 2004 al 2016 .
Le abbiamo dovute tradurre in quanto, di questo documento così significativo per l’Italia, non è stato possibile trovare neanche il testo in italiano !
Rispetto a queste raccomandazioni clandestine, abbiamo riscontrato una sostanziale coincidenza tra quello che il Comitato per la Prevenzione della Tortura predica e quello che è il contenuto della proposta di riforma del trattamento sanitario obbligatorio che portiamo avanti insieme al Comitato Legittima Difesa.

https://dirittiallafollia.it/riforma-della-procedura-di-applicazione-del-trattamento-sanitario-obbligatorio/

Ovviamente queste raccomandazioni si sono andate ripetendo nel corso degli anni perché il Comitato nelle visite registrava che nulla era cambiato, ma questo tipo di sollecitazione non è mai entrata neanche nel dibattito istituzionale !
Grazie al CPT abbiamo un’ opportunità straordinaria per segnalare come le nostre non siano affatto tesi estremistiche tese in qualche modo a mettere i bastoni tra le ruote all’ interno di una procedura che si afferma avere delle finalità e delle caratteristiche esclusivamente sanitarie , in cui la presenza dell’avvocato, dell’udienza, del foglio informativo, della possibilità di visita, non rappresentano altro che un ignorante intralcio nell’ attuazione di un trattamento terapeutico !
Parliamo di diritti fondamentali della persona e di raccomandazioni che, alla luce del quadro normativo delineato dalla stessa Corte europea dei diritti
dell’ uomo, vengono ritenute cruciali nell’ ambito della coercizione psichiatrica e che aspettano di essere effettivamente attuate.
Si tratta di raccomandazioni negate alla conoscenza anche degli operatori del settore e questa è un’ attività cruciale che ci aspetta nei prossimi mesi .

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