YASKA CONDANNATA ALL’ISTITUZIONALIZZAZIONE PERMANENTE:
L’ASSOCIAZIONE RADICALE ‘DIRITTI ALLA FOLLIA’ DENUNCIA UN’ANACRONISTICA VIOLAZIONE DELLA CONVENZIONE ONU SUI DIRITTI DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
L’associazione radicale ‘Diritti alla Follia’ esprime sconcerto e preoccupazione per il futuro di Yaska G., la giovane donna fiorentina sottoposta a misura interdittiva, ricoverata da anni presso una residenza psichiatrica, che oggi rischia un’istituzionalizzazione permanente in spregio alla Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD) e alle recenti “Linee guida sulla deistituzionalizzazione” elaborate dal Comitato CRPD.
Il 22 febbraio 2023 il Giudice tutelare di riferimento, in seguito all’istanza del tutore e alla luce di alcuni recenti avvenimenti, ha emesso un decreto con il quale si richiede all’ASL Toscana Centro “l’individuazione di una Residenza Sanitaria per Disabili idonea rispetto alle esigenze di vita e di cura della interdetta, previo trasferimento dall’attuale struttura ove la donna è inserita dal mese di febbraio 2020 a titolo provvisorio e meramente riabilitativo, essendo pertanto decorsi i tre anni previsti per gli inserimenti temporanei, anche al di fuori dell’Area Metropolitana di Firenze ove la struttura individuata fosse collocata in altra Area regionale.”
Le Residenze Sanitarie per Disabili (RSD) sono strutture a carattere socio-sanitario e socio-assistenziale, destinate a persone con disabilità che risultano prive del necessario supporto familiare.
In sostanza il Giudice tutelare ha ordinato all’ASL Toscana Centro di trasferire la donna da una struttura fiorentina in cui la donna, denunciano i familiari, è già sottoposta a forti restrizioni della libertà personale, in una struttura ancora più chiusa e ubicata in un’altra regione italiana.
Solo nella serata del 28 febbraio 2023 i familiari di Yaska hanno potuto conoscere il contenuto del decreto emesso a conclusione dell’udienza tenutasi nella medesima data, nella quale si legge che erano presenti “il tutore, il protutore e il legale di Jeanette Fraga madre della interdetta”. Ai familiari desta molta perplessità anche la decisione del Giudice Tutelare di trasferire Yaska in una struttura contenitiva a carattere permanente prima ancora che inizi il processo d’appello contro la sentenza che lo scorso ottobre ha respinto la richiesta di revocare l’interdizione a favore dell’amministrazione di sostegno, ovvero nel bel mezzo di un procedimento giudiziario che non è ancora arrivato alla sua conclusione definitiva.
I familiari di Yaska, infine, solo dopo avere letto il testo del decreto, hanno scoperto con grande sconcerto e stupore che la decisione di trasferire la loro congiunta in una Residenza Sanitaria per Disabili posta fuori dalla Toscana, sarebbe stata ritenuta opportuna, oltre che dal tutore e dal protutore, anche dal legale di Jeanette Fraga. La Signora Fraga nega con fermezza e indignazione di aver mai dato la sua pur minima indicazione al proprio legale di acconsentire al trasferimento della figlia Yaska in una comunità ancor più contenitiva dell’attuale, posta lontana da Firenze e fuori dalla Toscana.
Il legale della signora Fraga ha presentato istanza contro il decreto, in cui, tra le altre cose scrive che:
“si ritiene lo spostamento deleterio per la salute psichica della ragazza che aveva ormai familiarizzato con il personale medico e paramedico. Lo spostamento rischia di essere destabilizzante”.
Angela Merlo dice
Troppo potere ad amministratori di sostegno e tutori che interpretano e riferiscono ai giudici tutelari le vite altrui (di cui dovrebbero avere massimo rispetto) a “modo loro”. I giudici si fidano dei professionisti e i danni alle persone fragili possono essere incalcolabili.
Si chiede con forza sia rivista le legge sull’amministrazione di sostegno e un maggior coinvolgimento delle famiglie in decisioni importanti nonché un maggior ascolto degli interessati. Troppo comodo trattarli da idioti decerebrati anche quando non lo sono. Questa è la più odiosa forma di schiavitù dei nostri tempi.
Chi se ne occuperà?