• Passa alla navigazione primaria
  • Passa al contenuto principale

Diritti alla follia

Associazione impegnata sul fronte della tutela e della promozione dei diritti fondamentali delle persone in ambito psichiatrico e giuridico.

  • HOME
  • ASSOCIAZIONE
    • Chi siamo
    • Consiglio direttivo
    • Aree tematiche
    • Lo statuto
  • CAMPAGNE
  • PROPOSTE DI RIFORMA
    • Vai alle proposte di riforma
    • Petizioni
  • BLOG
  • EVENTI
  • PUBBLICAZIONI
    • Documenti
    • Bibliografia
  •  ISCRIVITI 
  • CONTATTI
  • Show Search
Hide Search

Articoli

La libera scelta del medico e del luogo di cura in Psichiatria: Un diritto negato?

Diritti alla Follia · 28/08/2024 · Lascia un commento

Uno dei problemi più comuni affrontati dagli utenti dei servizi psichiatrici è l’impossibilità di esercitare una libera scelta tra i vari Centri di Salute Mentale (CSM) e Centri Psicosociali (CPS) nella propria regione. Inoltre, all’interno delle strutture psichiatriche pubbliche, i pazienti non possono scegliere liberamente lo psichiatra che ritengono più adatto alle loro esigenze. Questa limitazione non solo compromette la qualità del trattamento, ma può anche violare la riservatezza, obbligando i pazienti a ricorrere ai servizi presenti nel loro quartiere o paese, con il rischio di essere stigmatizzati dai vicini.

A differenza di altre specialità mediche, in psichiatria vige una rigida “suddivisione territoriale” dei pazienti, che impedisce loro di rivolgersi al medico di fiducia o a quello ritenuto più competente. Tale prassi costringe molti a optare per un medico privato, una scelta non accessibile a tutti a causa dei costi. Ma perché questa prassi è così consolidata in psichiatria? La giustificazione comune è che esistono ‘motivi organizzativi’, secondo i quali i pazienti devono essere seguiti sul territorio. Ma queste motivazioni non trovano un reale fondamento nelle leggi italiane.

Secondo la legge 833 del 1978, articolo 19, i cittadini hanno diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura, “nei limiti oggettivi dell’organizzazione dei servizi sanitari”. Questo diritto è ulteriormente confermato all’articolo 33, che lo estende anche ai pazienti psichiatrici, anche nei casi in cui è necessario un trattamento obbligatorio. La legge 502/92 e la giurisprudenza successiva hanno continuato a garantire questo diritto, sottolineando che solo limiti oggettivi e insuperabili dell’organizzazione dei servizi sanitari possono limitarlo.

È evidente che le scelte organizzative dovrebbero essere subordinate al rispetto dei diritti individuali, e non il contrario. Tuttavia, la realtà mostra una situazione diversa, dove la territorialità è spesso imposta con la pretesa che garantisca un miglior trattamento per il paziente. Questo tipo di paternalismo, riservato solo ai pazienti psichiatrici, suggerisce una forma di discriminazione basata su una “condizione personale”, in contrasto con l’articolo 3 della Costituzione italiana, che sancisce l’uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge.

Oltre a violare la Costituzione, la negazione del diritto alla scelta del medico è in contrasto con il Codice di Deontologia Medica. L’articolo 3 del Codice afferma che il medico deve tutelare la salute psico-fisica del paziente nel rispetto della sua dignità e libertà, senza alcuna discriminazione. L’articolo 27, invece, sancisce esplicitamente la libera scelta del medico e del luogo di cura come diritto fondamentale del cittadino.

Considerando tutto ciò, è difficile sostenere che un “diritto fondamentale del cittadino” debba dipendere dalla possibilità di pagare una visita in regime di libera professione. Pertanto, se un servizio pubblico o accreditato rifiuta l’assistenza a un paziente psichiatrico, è consigliabile inviare una richiesta formale al Direttore Generale della struttura (o al Direttore Sanitario o al Direttore del Dipartimento di Salute Mentale) chiedendo:

– In base a quali norme l’azienda impone limiti territoriali all’accesso ai servizi psichiatrici, non previsti dalle leggi citate.

– Come tali norme, se esistenti, siano compatibili con i principi costituzionali e con i fondamenti dell’esercizio della professione medica.

– In assenza di tali norme, quali provvedimenti si intendano adottare per garantire il diritto costituzionale alla libertà di scelta.

Questi passi sono essenziali per rivendicare e difendere un diritto che, secondo la legge, appartiene a tutti i cittadini, senza eccezioni.

Per approfondimenti si consiglia il sito gestito dalla dott.ssa Mariagrazia Fasoli

https://www.sdrogabrescia.org/leggi-e-tossicomanie/diritti-dei-pazienti/libera-scelta-del-medico-e-del-luogo-di-cura/

Condividi:

FIRMARE PRESSO I COMUNI

Diritti alla Follia · 27/07/2024 · Lascia un commento

È possibile firmare presso tutti i Capoluoghi di provincia italiani

Sedi, giorni e orari al seguente link

https://dirittiallafollia.it/campagna-riforma-amministrazione-sostegno/#comuni

Capoluoghi di provinciaDownload

Inoltre, è possibile firmare anche in tutti i Comuni presenti nel seguente elenco:

Altri ComuniDownload

Questi Comuni hanno ricevuto da noi, via PEC e in cartaceo, i moduli per firmare la Proposta di Legge di iniziativa popolare dal titolo:

«Abolizione degli istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione.

Riforma dell’amministrazione di sostegno.»

Per avere informazioni precise, chiedete specificamente:

  • Dove e quando è possibile firmare la Proposta di Legge di iniziativa popolare dal titolo:

«Abolizione degli istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione. Riforma dell’amministrazione di sostegno.»

  • Comitato promotore è l’Associazione ‘Diritti alla Follia’

Da verifiche effettuate, questi Comuni hanno già attivato la raccolta firme e solitamente si può firmare in orario di apertura al pubblico. 

Qualche disguido, però, è sempre possibile.

​​Pertanto per non correre rischi potete verificare telefonando per chiedere orari e ufficio dove recarsi (indirizzo, piano, stanza) per firmare la Proposta di Legge ​di iniziativa popolare «Abolizione degli istituti dell’interdizione e dell’inabilitazione. Riforma dell’amministrazione di sostegno.»

Per favore, comunicateci questi dati scrivendo a dirittiallafollia@gmail.com:

li pubblicheremo a vantaggio dei vostri concittadini.

Se riscontrate che il vostro Comune non ha i moduli, per cortesia informateci scrivendo a dirittiallafollia@gmail.com 

​Grazie per la collaborazione e teneteci sempre informati scrivendo a dirittiallafollia@gmail.com

https://dirittiallafollia.it/campagna-riforma-amministrazione-sostegno/#form-donazione

DONA CON PAYPAL O BONIFICO BANCARIO

Aiutaci a raggiungere il budget necessario per una Campagna raccolta firme efficace.
Il tuo supporto è vitale!
Ecco come verranno utilizzati i fondi raccolti:

– Stampa e invio dei moduli ai Comuni italiani
– Stampa di voltantini informativi
– Acquisto merchandising promozionale
– Spese istruttoria pratiche
– Pagamento tasse occupazione suolo pubblico

Condividi:

Il “blocco” dell’illegalità istituzionale italiana si manifesta nella drammatica vicenda di Marta Garofalo Spagnolo

Diritti alla Follia · 01/07/2024 · Lascia un commento

Comunicato Stampa

L’associazione ‘Diritti alla Follia’ non è sorpresa dell’epilogo del processo di secondo grado presso la Corte di Appello di Lecce contro l’avvocata Gabriella Cassano, il suo compagno Fabio Degli Angeli, Cosimo Visconti e Cosimo Filieri. La conferma delle condanne inflitte in primo grado per i reati di sequestro di persona, circonvenzione di incapace, abbandono di incapace e sottrazione di persona incapace “ai danni” di Marta Garofalo Spagnolo, rappresenta un doloroso simbolo dell’odiosa ed illegale discriminazione operante nel nostro sistema giuridico nei confronti delle persone con disabilità psicosociale.

Una storia di sofferenza e privazione

Marta Garofalo Spagnolo, una giovane donna pugliese, sottoposta ad amministrazione di sostegno, è stata rinchiusa contro la sua volontà per oltre undici anni in diverse “Case Famiglia”, istituti che si sono rivelati luoghi di feroce detenzione e segregazione, rimasti tali nonostante le numerose fughe e le quotidiane implorazioni e richieste di aiuto da parte della donna. Marta è rimasta prigioniera di un sistema che – in violazione degli obblighi internazionali assunti dall’Italia con la firma della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), sul fronte dell’impossibilità di “sostituirsi” alla persona nella presa di decisioni (come è accaduto per Marta) e della deistituzionalizzazione – le ha negato la libertà fino alla sua tragica morte il 3 novembre 2022, all’età di 31 anni. Uccisa dal regime che così disvela l’ipocrisia criminale della presunta “protezione” che veniva assicurata alla ragazza. 

Puniti per aver commesso il ‘reato di umanità’

Cassano e Degli Angeli sono stati puniti per aver commesso quello che possiamo definire il ‘reato di umanità‘: aver accolto e dato rifugio a Marta durante una delle sue fughe. Un gesto di compassione e umanità che è stato severamente punito, mentre il vero “esproprio di vita” di Marta, durato oltre undici anni, rimane impunito. Questo processo ha l’effetto di colpire “due” persone per educarne “cento”, scoraggiando qualsiasi atto di umana solidarietà verso le persone intrappolate in un sistema che le ignora e le opprime.

I condannati sono gli unici innocenti in una vicenda – quella della tortura prima, dell’uccisione poi, di Marta, nella quale decine di uomini e donne delle istituzioni – Giudici compresi – si sono costituiti in ‘associazione a delinquere’ per privare Marta della dignità, della libertà, e della vita.

Sarà impegno dell’associazione continuare a manifestarlo ed a sostenerlo in ogni sede.

L’Amministrazione di Sostegno: Un sistema da riformare

La Legge 6/2004, che ha introdotto l’amministrazione di sostegno nel nostro codice civile, può trasformarsi, come dimostra il caso di Marta, in uno strumento di privazione della libertà e di autonomia. Nel 2016, l’Italia è stata richiamata dal Comitato ONU per l’attuazione della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata con la Legge 18/2009, per le sue pratiche discriminatorie. Tuttavia, poco è cambiato da allora.

Verso una nuova legislazione

In risposta a queste gravi problematiche, il 18 aprile 2024 l’associazione ‘Diritti alla Follia’ ha depositato presso la Corte Suprema di Cassazione una Proposta di Legge di iniziativa popolare per l’abolizione dell’interdizione e dell’inabilitazione e per la riforma dell’amministrazione di sostegno con l’intento di passare da un approccio basato sulla protezione a quello del riconoscimento dei diritti e delle libertà delle persone direttamente coinvolte, così come delineato dagli standard internazionali.

Invito all’azione

La Campagna di sensibilizzazione e denuncia “Fragile a Chi?!”, promossa dall’associazione ‘Diritti alla Follia’, a sostegno della Proposta di Legge di iniziativa popolare, mira a raccogliere le 50.000 firme necessarie affinché la proposta di legge venga discussa in Parlamento. Essa è aperta all’adesione di Enti, gruppi e singole persone.

Per informazioni e per aderire all’iniziativa, si rimanda alla pagina della Campagna https://dirittiallafollia.it/campagna-riforma-amministrazione-sostegno/ o all’indirizzo mail  dirittiallafollia@gmail.com

Associazione ‘Diritti alla Follia’                                                          Roma 30-06-2024

Condividi:

“UnsilenceYourVoice”: la fanzine del Progetto artistico-giuridico è finalmente online!

Diritti alla Follia · 10/06/2024 · Lascia un commento

“UnsilenceYourVoice” è un Progetto artistico-giuridico che vede la collaborazione tra la rete ENUSP (Rete Europea degli (Ex) Utenti e Sopravvissuti alla Psichiatria) e le associazioni “Diritti alla Follia” e “Code per Curiosi“.

Uno degli obiettivi del Progetto è l’espressione artistica di persone che hanno sperimentato, hanno sopportato e sono sopravvissute alla psichiatria. Inoltre, i partecipanti mettono in relazione le proprie esperienze vissute, espresse attraverso le opere artistiche, con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (UN CRPD). Essi mostrano come i diritti articolati dalla Convenzione siano violati dalla pratica psichiatrica, ad esempio attraverso trattamenti forzati.

Queste esperienze e le violazioni dei diritti sono pubblicate all’interno di una e-zine (fanzine elettronica) e di un blog (ancora in work in progress).

Attraverso il Progetto “UnsilenceYourVoice“, le persone che di solito vengono messe a tacere dalla società si riappropriano della propria voce. 

Leggi e divulga la fanzine elettronica

https://heyzine.com/flip-book/d74f685642.html

English Version https://heyzine.com/flip-book/165ea233c8.html

Condividi:

LORO NON SANNO…di Susanna Brunelli

Diritti alla Follia · 07/06/2024 · Lascia un commento

English Version: https://dirittiallafollia.it/wp-content/uploads/2024/06/Susanna-Brunelli-THEY-DONT-KNOW.pdf

Sofferenza emotiva, depressione grave, un pazzesco senso di solitudine, separazione dalla mia anima, praticamente un inferno! In questo posto ci sono porte e finestre bloccate, io che mi volevo “liberare” mi trovo rinchiusa in un reparto di ospedale. Un luogo di cura, dicono, devono prendersi cura di me, lo faranno “per il mio bene”!

Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!

Dall’altra parte della porta…. la mia vita, i miei ricordi, la mia famiglia, i miei gatti, il mio lavoro, la mia casa, la mia macchina, i miei amici, le mie passioni, la mia arte, la mia creatività, il mio sentire, la mia anima …..DIO !

Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!

E’ un inferno, non fa più differenza tra dentro e fuori….

Questo ambiente dis-abilita, i farmaci dis-equilibrano, il cibo dis-gusta, la condizione dis-arma, la dis-biosi aumenta, il paternalismo dis-istima, il fumo dis- turba.

Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!

Se il fumo crea disabilità e vere malattie perché devo essere costretta a stare in un luogo di cura e subirlo? Cosa c’è di sanitario in questo luogo se non sono protetta dal fumo passivo e compulsivo di chi non ne può fare a meno, dove uomini e donne approfittano anche del bagno del reparto di psichiatria?

Forse esagero a pensare che in un ospedale non dovrebbe succedere tutto questo? Ma io non posso accettare neanche un soffio di nicotina in un ambito sanitario, IO, che non tollero il fumo che non ho mai fumato e mai fumerò, l’unico caso in cui trovo appropriato l’uso del termine “MAI”!

Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!

È PARADOSSALE! Io non fumo, ma li potrei imparare a farlo …NO! Mai e poi mai …IO ODIO IL FUMO…. DETESTO IL FUMO… non sopporto il FUMO….Eppure li si fuma… ma non  lo posso evitare ! Il luogo è chiuso, si sente l’odore di fumo, ho detto FUMO?

Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!

E il fumo non crea disabilità? Ma che domanda stupida, le persone lì dentro sono considerate già DI-ABILI, che importa!

Questa è una prigione, è tutto sbarrato. Se non bevo le “goccine”, arriveranno a farmi la “puntura”, tra le due il meno peggio, non c’è via di scampo qui dentro.

Cosa c’è di sanitario nell’ essere costretti a mandar giù delle sostanze che ti rendono inerte?

Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!

IO  OOOODIO LE PUNTURE, IO OOOODIO I FARMACI, IO OOOODIO IL FUMO, IO OOOODIO LA PSICHIATRIA ! OHHHHH MIO DIO!

Ho il terrore di lavarmi e a venire a contatto con l’acqua, ma il bagno non è per niente incoraggiante, è tutto brutto e il box doccia cade a pezzi…. Non ho diritto di segnalare che il box doccia è rotto? Non ho diritto di respirare aria pulita e mangiare cibo salutare?

‘Non siamo in un hotel 5 stelle’ mi viene detto, allora io sono una persona che merita zero stelle?

Quanto stigma c’è in questa frase?

‘Non siamo in un Hotel 5 stelle…..non siamo in un hotel 5 stelle… non siamo in un hotel 5 stelle ….’ Parole che risuonano nella mia testa come il rumore del carrello che porta a tutti, proprio tutti, le medicine anche se le rifiuti.

Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!

Si preoccupano solo che tutto sia sotto controllo; non si deve sentire, non si deve vedere, neanche ascoltare, tutto viene anestetizzato, attutito.

Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!

Dicono che lo squilibrio chimico del cervello crea la malattia, ma quale squilibrio chimico? Quale malattia? Io ho uno squilibrio dei pensieri, delle mie emozioni! Ho dei problemi da risolvere! Non so come fare là fuori, per questo sono dentro, il mio desiderio di morire equivale al desiderio di vivere, per questo sono qui.

L’inferno non è un luogo dove si possono manifestare i propri diritti, tanto meno farli rispettare. Non hai neanche voglia di farli rispettare, niente e nessuno ti incoraggia a farlo e la condizione ti rende dis – abile.

Loro non sanno cosa significa per me stare qui dentro!

Il mio forte disagio altera la mia percezione?  La mia percezione è la mia realtà e il trauma rimane uno sgradevole ricordo, come una macchia di caffè su una camicia bianca pulita.

Loro non sanno cosa ha significato per me stare là dentro!

Chi protegge il mio diritto alla salute?

Chi mi protegge quando non sono in grado di farlo da me stessa?

C’è una convenzione delle Nazioni Unite che spesso non viene rispettata.

Susanna Brunelli susi.brunelli@gmail.com

Condividi:
  • « Vai alla pagina precedente
  • Pagina 1
  • Pagine interim omesse …
  • Pagina 5
  • Pagina 6
  • Pagina 7
  • Pagina 8
  • Pagina 9
  • Pagine interim omesse …
  • Pagina 40
  • Vai alla pagina successiva »

Diritti alla follia

SEGUICI SUI NOSTRI CANALI SOCIAL


  


Associazione diritti alla follia
Via Bargoni, 32 Roma - 00153

Fondata il 25 luglio 2018 - dirittiallafollia@gmail.com

Copyright © 2025 * Tutti i diritti riservati

PRIVACY & COOKIE POLICY

GDPR - Trattamento dei dati personali
Utilizziamo i cookie sul nostro sito web per offrirti l'esperienza più pertinente alla navigazione di questo sito memorizzando le tue preferenze. Cliccando “Accetta” acconsenti all'uso di TUTTI i cookie. Puoi visitare le impostazioni dei cookie per fornire un consenso personalizzato al trattamento dei tuoi dati. Puoi inoltre visionare la nostra Privacy Policy completa
Impostazione Cookie ACCETTA
Rivedi il tuo consenso ai cookie

Panoramica della privacy

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare la tua esperienza mentre navighi attraverso il sito web. Tra questi cookie, i cookie classificati come necessari vengono memorizzati sul tuo browser in quanto sono essenziali per il funzionamento delle funzionalità di base...
Strettamente necessari
Sempre abilitato
Questi strumenti di tracciamento sono strettamente necessari per garantire il funzionamento e la fornitura del servizio che ci hai richiesto e, pertanto, non richiedono il tuo consenso.
CookieDurataDescrizione
cookielawinfo-checbox-analytics11 monthsQuesto cookie è impostato dal plug-in di consenso sui cookie GDPR. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Analytics".
cookielawinfo-checbox-functional11 monthsIl cookie è impostato dal consenso cookie GDPR per registrare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Funzionale".
cookielawinfo-checbox-others11 monthsQuesto cookie è impostato dal plug-in di consenso sui cookie GDPR. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Altri cookies non in categoria".
.
cookielawinfo-checkbox-necessary11 monthsQuesto cookie è impostato dal plug-in di consenso sui cookie GDPR. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Necessario".
cookielawinfo-checkbox-performance11 monthsQuesto cookie è impostato dal plug-in di consenso sui cookie GDPR. Il cookie viene utilizzato per memorizzare il consenso dell'utente per i cookie nella categoria "Performance".
viewed_cookie_policy11 monthsIl cookie è impostato dal plug-in GDPR Cookie Consent e viene utilizzato per memorizzare se l'utente ha acconsentito o meno all'uso dei cookie. Non memorizza alcun dato personale.
Interazioni e funzionalità semplici
Questi strumenti di tracciamento abilitano semplici interazioni e funzionalità che ti permettono di accedere a determinate risorse del nostro servizio e ti consentono di comunicare più facilmente con noi.
Miglioramento dell'esperienza
Questi strumenti di tracciamento ci permettono di offrire una user experience personalizzata migliorando la gestione delle impostazioni e consentendo l'interazione con network e piattaforme esterne.
Misurazione
Questi strumenti di tracciamento ci permettono di misurare il traffico e analizzare il tuo comportamento con l'obiettivo di migliorare il nostro servizio.
Salva e accetta