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Diritti alla follia

Associazione impegnata sul fronte della tutela e della promozione dei diritti fondamentali delle persone in ambito psichiatrico e giuridico.

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CRPD

Lettera aperta di Carla all’on. Andrea Delmastro delle Vedove: Legge 6/2004 “Amministratore di Sostegno”.     

Diritti alla Follia · 30/09/2023 · 3 commenti

Legge 6/2004 “Amministratore di Sostegno”.

Ho visto il video nel quale l’On. Valentina Dell’Orso, con un’interpellanza urgente del 18 Luglio 2023, ha portato alla Vostra attenzione il caso del Signor Carlo Gilardi e con esso le carenze della suddetta legge, appunto.

Non intendo parlare del caso Gilardi, perché sarebbe parlare di un caso isolato, ma voglio che l’attenzione di tutti ricada e si concentri sull’intero contenuto di questa legge; qualcuno parla dei suoi pregi io preferisco parlare dei suoi difetti, delle sue criticità. Questa legge, con la sua applicazione, ha fatto e continua a fare delle vittime!!!… Una di queste è stata la mia povera madre.

Questa legge è una truffa giuridica a discapito della povera gente, e il più delle volte anche a danno dei loro familiari, dico ciò convintamente e con assoluta cognizione di causa.

 

Onorevole Delmastro, Lei mette in dubbio quanto riportato dall’Onorevole Dell’Orso per il caso Gilardi, perché, dice, se tutto ciò fosse vero saremo davanti ad un sequestro di persona. Bene, io credo che sia proprio così! Infatti per come è scritta, tale legge dovrebbe essere quell’istituto di cui Lei parla, ma per come viene applicata a me sembra proprio (non solo nel caso del Signor Gilardi ma anche in tantissimi altri casi) un sequestro di persona e dei suoi conti economici.

Non vorrei che anche Lei peccasse di ingenuità da credere alle favole, perché concentrarsi nella lettura di questa legge sembra proprio vivere una favola, ma il problema è di chi veramente la vive e viene condannato a subirla, per tantissimi amministrati tutto si trasforma, tanto da sembrare di vivere in un incubo.

Nella descrizione della legge, per chi ne beneficia, è come se si parlasse del loro passaggio da un mezzo inferno a un paradiso, con gli angeli (termine usato dal suo autore) che li sostengono.

Il problema è che nella realtà dei fatti il comportamento di questi angeli, la maggior parte delle volte poi muta, tramite un processo di metamorfosi, in quello di veri e propri diavoli.

Una volta applicata la legge, si vive un vero e proprio inferno dal quale non si sa come uscire.

In realtà, nel calvario vissuto da mia madre e da tante altre povere vittime, è racchiuso tutto il dolore, le sofferenze, umiliazioni, mortificazioni subite non solo da coloro che dovrebbero essere i beneficiari, ma MOLTO spesso anche dai loro familiari. Alcuni lo chiamano “progetto di vita”, io lo chiamerei “progetto di mortificazione e di annullamento dell’individuo”.

La causa di tutto questo: gli Amministratori di sostegno, i quali già di loro si esaltano solo per essere stati nominati pubblici ufficiali e, il più delle volte, dimenticandosi che hanno obblighi e ricadute penali che tale ruolo comporta.

Tali esaltazioni sono, spesso, consentiti da una legge che nella sua vaghezza ha dato troppi poteri totalizzanti a queste figure: più che un abito su misura cucito addosso agli amministrati (come dice il Professor Cendon) si è rivelata una camicia di forza incollata loro addosso e dalla quale non si libereranno mai più!

Si parla di volontariato, ma questa è un’offesa al vero volontariato! Considerato che questi   amministratori si contendono tra loro gli amministrati, forse è il caso di chiedersi il perché!

Molto spesso tra di loro ci sono persone senz’arte né parte e gente psicopatica che avrebbe bisogno a loro volta dell’AdS, glielo dico per mia esperienza (di vita e lavoro), e così anche taluni professionisti (avvocati, commercialisti ecc.) coinvolti.

Non solo, ma è quantomeno allarmante il numero degli amministrati che questi cosiddetti benefattori (Sic!), gestiscono e si spartiscono come fossero pacchetti regalo.

Le assicuro che gestire o meglio aiutare a gestire la vita delle persone anziane (è stato il mio lavoro sino a pochi mesi fa) disabili e altro, se fatto come si deve, è abbastanza impegnativo già verso una sola persona, lascio immaginare come viene fatto il lavoro con tantissimi amministrati.

Credo che anche questo possa aiutare a pensare e riflettere che qualcosa non torna.

Lei parla di sporcizia, come e dove viveva Gilardi, ma è mai andato a fare visita a casa di certe persone seguite da questi amministratori? Ha mai parlato con loro? Alcuni esempi li abbiamo visti anche dai giornali e televisione, ma la invito a farsi un giro e parlare veramente con le vittime o con i familiari di vittime anche decedute.

Non servono leggi come questa o “patti di rifioritura”, come lo stesso Professor Cendon promuove, che vincolano e imprigionano le persone per le quali viene fatta richiesta… perché una volta dentro queste gabbie è difficile uscirne, se non quando si muore…

Parlare con persone che come me hanno vissuto questa tragedia, ma soprattutto ASCOLTARLE, dovrebbe essere un suo dovere, è proprio l’ascolto che potrebbe evitare che certe vicende come questa di mia madre e altre vittime si consumino e si ripetano.

Serve empatia, volontà e capacità per aiutare le persone anziane e con disabilità fisica/psichica o con problemi di dipendenza da alcool, droga e gioco. Serve la collaborazione di tutte le istituzioni socio-sanitarie interessate al caso, serve che tutte facciano rete per aiutare, cercare, creare e progettare proprio i servizi e le figure professionali che mancano, i controlli che mancano sullo svolgimento e operato di queste figure da parte delle istituzioni. Serve tornare ad umanizzare le cure e persone. Come dice Monsignor Vincenzo Paglia: (presidente della Pontificia Accademia della Vita), se muore la pietà, la legge non supplisce l’amore e la pietà. La legge è una carta giuridica fredda a suo parere, ed è per questo che lo stesso ha pensato bene di scrivere la carta dei diritti degli anziani (stesa con l’apposita Commissione da lui presieduta, un documento da cui è nata la delega intitolata “un nuovo patto tra generazioni”), e tramite questa, vuole promuovere una rivoluzione culturale e quindi socio-sanitaria.

Come dice lo stesso Monsignore, serve costruire intorno a questi soggetti deboli una rete sociale, attuare un assistenza domiciliare integrata e continuativa, favorire il co-housing, creare centri diurni ecc.. Rete sociale che si può intensificare partendo dai familiari, parenti, amici, vicinato che giunga fino alle associazioni (quelle buone).

Nel preambolo della CDPD (Convenzione sui diritti delle persone con disabilità) si parla di convinzione che la famiglia sia il nucleo naturale e fondamentale della società e che abbia diritto alla protezione da parte della società e dello Stato, e che le persone con disabilità ed i membri delle loro famiglie debbano ricevere la protezione ed assistenza necessarie a permettere alle famiglie di contribuire al pieno ed uguale godimento dei diritti delle persone con disabilità.

A Lei sembra che stia succedendo tutto questo? A me non risulta.

Nell’applicazione della legge (6/2004) c’è una diffusa sfiducia istituzionale nei confronti della famiglia, frequentemente viene usato il termine ‘conflitti familiari’ sia dal Giudice Tutelare che dai servizi sociali… senza neanche sapere e capire le vere ragioni, glielo dico perché è successo nel caso di mia madre, tutto avviene per loro comodità e interesse.

 

Quando una persona viene portata dinanzi al tribunale, il Giudice Tutelare, a prescindere da chi ne ha fatto richiesta, dovrebbe essere propenso ad un attento ascolto sia della persona in questione, che di tutti i familiari. Sarebbe suo compito spiegare i motivi di tale richiesta, portare a conoscenza della documentazione presentata dal ricorrente (cosa che di rado succede) per poterla valutare, e, se è il caso, dare l’opportunità di contrastarla. Solo le verifiche di ciò che viene depositato, aiuterebbe a capire meglio la verità. C’è la mancanza di un esame accurato e concreto da parte del Giudice Tutelare, non solo dall’inizio della pratica, ma anche a seguito di denunce fatte verso e contro lo stesso.

Il progetto di vita che questa legge dovrebbe attivare per ogni amministrato, nella realtà non viene attivato, così come è stato per il progetto di vita attivato per mia madre, che anziché DARLE le ha TOLTO, oltre che la vita anche quel poco di servizi di cui usufruiva. Per questo ringraziamo lo Stato, tutte le Istituzioni per averci dato l’angelo custode quale suo amministratore di sostegno perché ha lavorato così bene, tanto da farle perdere servizi di cui beneficiava e creato debiti non solo a suo danno, ma anche di noi figli, per non parlare degli ulteriori gravi danni a lei procurati.

Uno dei fatti tra i più gravi accaduto è stato quando l’amministratore di sostegno esterno alla famiglia (di cui mia madre non aveva la più pallida idea chi e cosa fosse), abusando dei suoi poteri e d’accordo con l’Assessore ai Servizi Sociali, dopo aver espresso diniego a un suo primo ricovero in ospedale perché non intendevano assumersi la responsabilità, a ricovero avvenuto diede ordine ai medici dell’ospedale di non dare informazioni sul suo stato di salute a nessuno dei/delle figli/e.

Due gg. prima del decesso di mia madre, lo stesso amministratore di sostegno, formalizzava al Sindaco, Assessore e Dirigente Servizi Sociali del Comune, la rinuncia al suo incarico… che strana coincidenza: mia madre stava morendo e l’AdS chiedeva la revoca!!!!

Motivo e sue testuali parole: impossibilità a poter svolgere le proprie mansioni regolarmente per il bene della beneficiaria a causa di incompatibilità con alcune figlie le quali ostacolavano il corretto svolgimento dell’incarico assegnatole. Lo stesso giorno l’amministratore veniva contattato dai medici dell’ospedale dove mia madre era ricoverata, il suo telefono risultava staccato. Mia madre stava malissimo, serviva il consenso dell’amministratore per la somministrazione/infusione di Pool Piastrinico.

Quanto è accaduto è avvenuto nel silenzio, sordità, indifferenza, ipocrisia, a questo punto credo si possa parlare anche di benestare e complicità da parte di tutte le Istituzioni coinvolte nel caso, le quali conoscevano la verità perché tramite Avvocati (si è costretti a nominarli) erano state messe al corrente di quanto stesse succedendo, dapprima verbalmente, poi di seguito tramite istanze, denunce con richieste di revoca dell’amministratore di sostegno per la sua mala gestio economica e sanitaria nei confronti di mia madre, questo non succedeva certo due gg. dal decesso di mia madre, ma mesi prima. Dopo il decesso di mia madre, l’inoltro di denuncia alla Procura della Repubblica, che spero faccia il suo corso.

 

Quando ad una persona viene tolto il diritto di decidere dei suoi soldi, perché è proprio a questo che da subito si pensa e accade, non certo in primis alla tutela dell’amministrato, si sta levando alla persona il diritto di decidere, di scegliere e di vivere con le sue scelte e decisioni. Si sta perciò impedendo di elaborare quelle emozioni che aiutano la persona, specie in queste situazioni, a vivere al meglio la propria vita (superando in parte le problematiche) che la tengano viva e senza le quali muore dentro e poi muore del tutto.

 

La L. 6/2004 si è rivelata assolutamente negativa o meglio un fallimento sotto tutti i profili. 

E’ diventata una professione, un affare per dei profittatori dei quali non si conosce neanche il vero numero. Anche il noto Avvocato Taormina interpellato disse “la verità è che ci sono miliardi di interessi sull’amministrazione di sostegno. E’ diventata un centro di affari, di interessi e di soldi che fa comodo a tanta gente. Gente che vota. E i politici che la difendono si buttano pure su questo”.

Questa legge così come è strutturata e viene applicata, è incompatibile sia con la CEDU che con la Convenzione ONU.

Casi come il Sig. Gilardi, o simili, ce ne sono tantissimi e ancor di più ne emergerebbero se tutti gli amministrati o familiari riuscissero a denunciare. Le ragioni sono diverse: non hanno la possibilità economica, non possono farlo, non ne hanno la capacità, forza e coraggio. Quando poi qualcuno di questi amministrati muore, tutto viene sotterrato con lo stesso. Sarebbe stato l’ennesimo caso quello di mia madre se non avessimo denunciato.

Di tanti casi sono a conoscenza, persone che lavorano in determinati ambiti lavorativi collegati a questi amministrati ma per paura di perdere il posto di lavoro, tacciono, per questo non gliene posso fare una colpa…siamo in Italia e succede anche questo.

 

Convengo con la CEDU che il diritto al rispetto della vita privata e familiare con la L. 6/2004 è stato violato non una sola volta ma più volte dall’Italia.

Come da mia lettura e informazione, inoltre anche dall’ONU sono arrivati spunti di riflessione sull’istituto dell’amministratore di sostegno. E proprio prendendo spunto dall’art. 12 della convenzione ONU sui Diritti delle persone con Disabilità, il Comitato si è detto preoccupato circa la pratica della sostituzione nella presa di decisione attraverso il meccanismo amministrativo dell’amministratore di sostegno quindi si raccomanda l’Italia ad abrogare tutte le leggi che permettono la sostituzione nella presa di decisioni da parte dei tutori  legali, compreso amministratore di sostegno e di emanare e attuare provvedimenti per il sostegno alla presa di decisioni, compresa la formazione dei professionisti che operano nel sistema giudiziario, sanitario e sociale.

Onorevole Delmastro, pensa davvero che con questa figura riuscirete seriamente a tutelare le persone anziane, disabili, indifese e in difficoltà? Cosa le fa pensare che siano altre persone a voler abusare delle persone in difficoltà e invece non lo siano proprio gli amministratori in questione, peraltro tutelati molto bene da questa legge? Come fate ad esserne certi? Perché dalle indagini emerge il contrario.

Il Professor Cendon sostiene che questa legge sia importante per proteggere chi si trova in difficoltà e sia facilmente raggirabile, e rischia di cadere in mano a persone che ne possano approfittare (cioè i cosiddetti sciacalli o avvoltoi), ma quando invece ad approfittarsene sono gli amministratori, che questa legge protegge, e definisce amministratori distratti, come si interviene?

 

Lei nel suo discorso in risposta all’Onorevole D’Orso fa capire che su questa legge ” amministrazione di sostegno” il Governo fa quadrato e la blinda, anzi va rafforzata ed espansa.  Tutto ciò, va in contraddizione alla recente sentenza CEDU sul caso Gilardi, e le parole scritte ed espresse in passato da Giorgia Meloni, prima che diventasse Presidente del Consiglio”, tramite lettera scritta al Ministro Catarbia e pubblicata il 23-4-2021 anche nella sua pagina facebook (vedi link: https://www.facebook.com/watch/?v=1269562026773192), oltre alla deposizione sempre per il caso Gilardi , il 20-11-20 di un interrogazione Parlamentare a risposta scritta all’allora Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede.

 

Altra cosa, dice che intende riattivare il ‘tavolo dei fragili’, parla di ricostruire un ampia riflessione, mi auguro che la riflessione non induca a pensare di rafforzare veramente questa legge così come è scritta e che viene applicata in modo tale che non si differenzia dalle misure quali interdizione e inabilitazione. Io auspico, spero che seduti a quel tavolo dei fragili possano esserci anche i rappresentanti delle vittime degli amministratori di sostegno e dei Giudici Tutelari, per esporre i tantissimi casi di mala gestio di questa legge. Non sarebbe intelligente né corretto non sentire le parti in causa, chi vive il problema sulla propria pelle.

Mi preme ricordarLe qualora ne sia a già a conoscenza (ma qualora non lo fosse far sapere) che dall’Associazione Diritti alla Follia è stata inoltrata al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro per la Disabilità, una proposta di riforma Amministrazione di sostegno che le allegherò.

Sarebbe importante che prendeste in considerazione e valutaste anche tale proposta, sarebbe già un buon inizio per cambiare la legge 6/2004, così magari migliorando la vita di migliaia di persone, oggi sottoposte a limitazioni della libertà personale e coercizioni, solo in ragione della propria Disabilità.

Concludo: perché dobbiamo arrivare a rivolgerci a Strasburgo per vederci riconoscere i diritti umani che l’Italia non rispetta? Questo è una nuova Bibbiano, Bibbiano dei nonni, dei disabili, dei malati psichici ed altro. Esiste un’omertà totale su questo tema da far paura, invece è un tema importante, delicato che merita tutte le attenzioni da parte di tutte le istituzioni e della politica; meriterebbe una commissione d’inchiesta parlamentare come già è stata chiesta e anche io chiedo.

Questa è una bomba ad orologeria, Le assicuro che se non viene disinnescata nell’interesse della povera gente in questione, avrà conseguenze disastrose.

Affidare gli anziani, disabili ecc.., ad una giustizia da sempre ingolfata e a dei servizi sociali poco presenti e capaci, che per non voler svolgere le loro incombenze, danno in mano la vita di questa povera gente con tanta facilità agli amministratori, senza nessun controllo, è stata una grandissima follia!

La invito a visionare tutti i video che a fine lettera condividerò, per capire meglio cosa succede attorno a questa legge.

Tra i video troverà anche l’intervista al Senatore Guidi; Il pensiero di Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita, ospite di una diretta video dell’associazione Diritti alla Follia, opinione/pensiero anche del noto Avv. Taormina, dell’Avv. Lina Manuali già giudice onorario sezione penale del tribunale di Pisa, degli Psichiatri Giuseppe Galdi e Alessandro

Meluzzi; l’intervista al Magistrato Ingroia. Tutti personaggi di alto livello di grande intelligenza e professionalità, che si espongono nel dire ciò che pensano e sanno, riguardo la L.6/2004.

Troverà anche il video dell’intervista al Professor Cendon che, diversamente dalle persone su citate, ha anche ben altro interesse a difendere tale legge e gli AdS, in particolare gli esterni alle famiglie. Il docufilm “La prigionia dei vecchi e degli ‘inutili‘” realizzato dalla giornalista Barbara Pavarotti, si tratta del primo e unico docufilm finora realizzato in Italia sugli abusi verso gli anziani sottoposti ad amministrazione di sostegno.

Nella Speranza che Voi tutti leggiate questa mia lettera e in attesa che presto possa muoversi qualcosa, sono a disposizione per qualsiasi chiarimento riguardo il caso/tema.

Ringrazio e Vi saluto

Cannas Carla

P.S. Qui i video:

1) GLI AMMINISTRATORI DI SOSTEGNO E LA LEGGE N. 6/2004 -TRA TUTELA E DIRITTI DEGLI ANZIANI LA LEGGE SCONTENTA 🎥OSPITE DEL PROGRAMMA PAOLO CENDON GIURISTA

Link: https://www.facebook.com/c81lazio/videos/2924576754342573

2) LA PRIGIONIA DEI VECCHI E DEGLI “INUTILI”. DOCUFILM DI 20 MINUTI

Link: https://www.youtube.com/watch?v=rXVuV0MFuiw&t=13s

3) Associazione “Diritti alla Follia” – Ospite della puntata Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia della Vita, che ha steso con l’apposita Commissione da lui presieduta, la “Carta dei diritti degli anziani”, un documento da cui è nato la delega intitolata “Un nuovo patto tra generazioni”. Conducono la puntata Michele Capano e Barbara Pavarotti.

Link: https://fb.watch/msFokLQE1Q/

4) Associazione “Diritti alla follia”-  Ospite il Senatore Antonio Guidi.

Link: https://www.youtube.com/live/1Vz_iyIzPho?feature=shared

5) Associazione ” Diritti alla Follia”- Rassegna stampa del 25 luglio 2023.- Conduce Barbara Pavarotti -con i commenti degli avvocati Carlo Taormina e Michele Capano.

Link: https://fb.watch/l-QB0ttmtF/

6) Tutti gli articoli usciti sui giornali locali sulle ruberie degli amministratori di sostegno recenti.

Link:https://dirittiallafollia.it/2023/06/22/ruberie-di-amministratori-di-sostegno-condannati-indispensabile-una-commissione-dinchiesta-parlamentare/?

7) In questa puntata di “Piazza Libertà” dal titolo: “La prigionia dei vecchi e degli inutili”, Armando Manocchia torna sul tema degli amministratori di sostegno. Lo farà con l’avvocato Lina Manuali, già giudice onorario sezione penale del tribunale di Pisa; la dottoressa Barbara Pavarotti giornalista e autrice del docufilm da cui prende il titolo la puntata e gli psichiatri Giuseppe Galdi e Alessandro Meluzzi.

Link:https://www.byoblu.com/2023/07/01/piazza-liberta-di-armando-manocchia-puntata-54/?fbclid=IwAR22_FBafwFj2Fate9tXGlvUGaDQD4R-ZclyBtYKKhVhznsknDJ903bZZng

8) GLI AMMINISTRATORI DI SOSTEGNO E LA LEGGE N. 6/2004 TRA TUTELA E DIRITTI DEGLI ANZIANI, LA LEGGE SCONTENTA 🎥OSPITE DEL PROGRAMMA ANTONIO INGROIA – AVVOCATO ED EX MAGISTRATO

Link: https://fb.watch/mITD6LAaa_/

Allegati: Testimonianza della sottoscritta; proposta di riforma L. 6/2004 Associazione ” Diritti alla Follia”

https://dirittiallafollia.it/wp-content/uploads/2022/11/Proposta-riforma-Amministrazione-di-Sostegno-Diritti-alla-Follia-1.pdf

 

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NEMMENO IL TENORE BOCELLI HA POTUTO INCONTRARE CARLO GILARDI- ISOLAMENTO SOCIALE E UTILIZZO IMPROPRIO DELLA DISCIPLINA DEL TSO: LA CEDU SENTENZIA SUL CASO GILARDI E ACCUSA L’ITALIA DI GRAVI VIOLAZIONI

Diritti alla Follia · 13/07/2023 · 1 commento

La violazione dei diritti umani di Carlo Gilardi, prodotta e avallata dalla giustizia italiana, è affermata dalla Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo. Viene confermato quanto da tempo sostenuto dall’ associazione radicale ‘Diritti alla Follia’ e cioè che la legge sull’ amministrazione di sostegno, la legge 6 del 2004, nell’interpretazione consolidata e benedetta anche dalla Corte costituzionale, è strutturalmente incompatibile con i principi sia della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1952, sia con la Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità del 2006, ratificata dall’ Italia con legge del 2009 n°18.

La volontaria giurisdizione – quella dei giudici tutelari – può avere un impatto micidiale sulla famiglia. Può massacrare l’onorabilità ed i patrimoni dei padri in procinto di separarsi dal coniuge, può imporre in famiglia un amministratore estraneo alla stessa, può sottrarre i figli minori ai genitori, può “carcerare” nelle RSA disabili e vecchi, può mettere in moto lucrosi affari in nome della tutela dei più deboli.

La disparità di potere fra le persone fragili e chi decide la loro sorte è enorme.  La storia di Carlo Gilardi docet. Il vecchio professore aveva previsto e denunciato tutto quello che andava subendo, ma ciò non è stato sufficiente a garantirgli la libertà ed ancor meno la piena disponibilità dei suoi averi. Tra gli altri, è intervenuto in suo favore anche il tenore Andrea Bocelli.

In esclusiva a “Diritti alla Follia”, l’avvocato Mattia Alfano, estensore del ricorso alla CEDU sul caso Gilardi, racconta che il tenore, di cui il professore è grande estimatore, voleva andare a trovarlo ma gli è stato negato di andare a cantare “Buon compleanno”. Calpestando il diritto ed umiliando un uomo di grande valore, ancora una volta, il sistema (occulto) ha dimostrato tutta la sua inespugnabilità. 

La strada che conduce giudizialmente alla “tutela” di famiglie e/o di persone in circostanze problematiche è presidiata da diverse figure professionali: giudici tutelari, avvocati, consulenti del tribunale e potenziali amministratori. Questi soggetti, in taluni casi, dopo essersi tolto l’abito di scena, si rivelano dei volgari delinquenti. Eppure in quei frangenti loro sono comunque la legge.

“Un comportamento illegittimo, come ora sancito dalla Corte europea”, sottolinea Michele Capano, presidente dell’associazione, “sostanzialmente i giudici riconoscono che il signor Gilardi è stato sottoposto a un trattamento sanitario obbligatorio che non avrebbe potuto essere autorizzato in quanto le autorità hanno, in pratica, abusato della flessibilità dell’amministrazione di sostegno per perseguire le finalità che l’ordinamento italiano assegna, con severi limiti, solo a quel tipo di provvedimento e in presenza di precisi presupposti di legge”.

“La privazione della libertà deve essere l’estrema ratio”, dichiara a “Diritti alla Follia” l’avvocato Mattia Alfano “Anche per la persona malata e in un ambito temporale ristretto. Non può essere all’infinito. La decisione della Corte è qualcosa di storico per quanto riguarda l’amministrazione di sostegno. Stabilisce che anche un soggetto fragile, che non ha voce, può essere legittimato ad avere voce”.

Quanto all’isolamento in cui vengono tenute, spesso per ordine dell’amministratore di sostegno, le persone ricoverate, la Corte – continua Alfano – “stabilisce che non c’è alcuna ragione pratica, giuridica e normativa che possa legittimare la privazione dell’affettività delle persone che vengono ristrette in Istituto”. “Come Gilardi ce ne sono a centinaia. Sono stato invaso da telefonate di persone come lui. Purtroppo senza voce”.

“Diritti alla follia” si batte da anni per svelare “La realtà dell’amministrazione di sostegno”, ha elaborato una proposta di riforma con la totale assenza di risposta da parte delle Istituzioni competenti. Ormai ritiene assolutamente necessaria una Commissione parlamentare d’inchiesta sulla mala gestio della legge n. 6/2004.

La realtà dell’amministrazione di sostegno in Italia

Proposta di riforma istituto amministrazione di sostegno : invio al Presidente del Consiglio e al Ministro per la Disabilità

Si spera in una risposta da parte del ministro della Giustizia Nordio all’interpellanza parlamentare fatta dalla deputata Valentina D’Orso (M5S, capogruppo in Commissione Giustizia), in merito al caso Gilardi, dopo la sentenza CEDU.

Chiediamo che lo Stato ascolti la voce delle vittime e dei reclusi condannati a vivere nei parcheggi di fine vita e ad un “ergastolo bianco”.

Roma 12 luglio 2023

Per l’associazione radicale ‘Diritti alla Follia’

Michele Capano, presidente

Cristina Paderi, segretaria

Proposta riforma Amministrazione di Sostegno Diritti alla Follia

CEDU Gilardi

 

 

 

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TAVOLO TECNICO GOVERNATIVO SULLA SALUTE MENTALE:DOVE SONO GLI UTENTI?

Diritti alla Follia · 06/07/2023 · Lascia un commento

Comunicato stampa

Istituito con decreto del 27 aprile 2023 il Tavolo di Lavoro Tecnico sulla Salute Mentale presso il Ministero della Salute “per il miglioramento della qualità dei percorsi di prevenzione, trattamento e riabilitazione a favore delle persone con disagio psichico, in tutte le fasce di età, e i loro familiari, attraverso una verifica della loro appropriatezza e congruenza, in collaborazione con le istituzioni, gli enti preposti, le Società scientifiche, le Agenzie regolatrici, le Associazioni dei familiari, del volontariato e del terzo settore”.

Nella sua composizione, nonostante l’esplicita indicazione della Convenzione ONU per i diritti delle persone con disabilità (CRPD), contenuta negli artt. 4 comma III e 33 comma III e nonostante le Raccomandazioni contenute nel Rapporto annuale dell’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, si constata l’assenza di realtà associative che vedono protagonisti i diretti interessati, utenti, ex  utenti  o persone con disabilità psicosociale.

‘Diritti alla Follia’ si è resa disponibile a farne parte e a collaborare con gli altri componenti, certi che il contributo dei destinatari dei programmi e degli obiettivi delineati dal Ministro e suoi collaboratori sia da tenere in assoluta considerazione.

                                                                                                        Roma 6 luglio 2023

Per l’associazione ‘Diritti alla Follia’

Michele Capano, presidente

Cristina Paderi, segretaria

Susanna Brunelli, tesoriera

“Diritti alla Follia” è un’organizzazione nazionale senza scopo di lucro; i nostri membri sono utenti, (ex)utenti e familiari.

L’organizzazione nasce nel 2018 dandosi per statuto l’obiettivo di impegnarsi sul fronte del rispetto dei diritti fondamentali degli utenti psichiatrici, in particolare di quelli “sottoposti”

1) a varie forme di coercizione;

2) ai cosiddetti “istituti di protezione” dell’individuo (tutela, curatela, amministrazione di sostegno):

3) alle misure di sicurezza per i soggetti non imputabili.                                                             

Questi obiettivi vengono perseguiti attraverso:

– elaborazione di disegni di riforma volti ad introdurre elementi di maggior tutela e garanzia dell’individuo all’interno delle “procedure” coercitive in ambito psichiatrico;

– segnalazioni, sia su “casi singoli” che su problemi “sistemici”, alle istituzioni di controllo e monitoraggio nazionali e internazionali;

– campagne di informazione e sensibilizzazione su questi temi.

 “Diritti alla Follia” è membro dell’ENUSP – la Rete Europea degli (ex-)Utenti e Sopravvissuti alla Psichiatria; collabora, in qualità di consulente tecnico, con il Comitato per la prevenzione della tortura (CPT) del Consiglio d’Europa.

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LA PRIGIONIA DEI VECCHI E DEGLI “INUTILI” il DOCUFILM di Barbara Pavarotti

Diritti alla Follia · 16/05/2023 · 1 commento

È finalmente online il docufilm La prigionia dei vecchi e degli ‘inutili‘ realizzato dalla giornalista Barbara Pavarotti, con la regia di Roberta Zanzarelli e lo speaker Massimo Veschi. Si tratta del primo e unico docufilm finora realizzato in Italia sugli abusi verso gli anziani sottoposti ad amministrazione di sostegno.

La stessa Pavarotti, assieme all’Associazione Diritti alla Follia, è promotrice di una petizione denominata “No alla reclusione dei vecchi e degli ‘inutili’ imposta per legge”, ospitata sulla piattaforma Change.org, che ha la finalità di promuovere la riforma di questo istituto di tutela e che può essere sottoscritta da chiunque ne condivida le finalità. La petizione fa propri gli elementi cardine di una proposta su questa materia elaborata dall’Associazione Diritti alla Follia di cui si può leggere a questo link, che sono i seguenti:
– Garantire il diritto alla difesa, per legge, a chiunque sia oggetto di un ricorso per la nomina di un amministratore di sostegno
;
– Togliere ad un unico Giudice monocratico il potere di decidere sulla vita di una persona, e affidarlo ad un Collegio, composto anche da figure specialistiche in materia di disabilità;
– Stabilire, per gli amministratori di sostegno, l’obbligo tassativo di non avere in carico più di un beneficiario;
– Riconoscere al beneficiario il diritto ad essere direttamente sentito dal Giudice Tutelare;
– Equiparare, in ordine ai rapporti affettivi da preservare, congiunti di fatto e amici di lunga data, ai congiunti di sangue. 

 Il Comitato ONU sui diritti delle persone con disabilità vieta espressamente che gli istituti di tutela, «compreso il meccanismo dell’amministratore di sostegno», possano essere applicati nei termini di regimi decisionali sostitutivi della volontà delle persone con disabilità, ed invita il nostro Paese ad «emanare e attuare provvedimenti per il sostegno alla presa di decisioni», così si legge al punto 28 delle Osservazioni Conclusive al primo rapporto dell’Italia sull’applicazione della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, pubblicate nel 2016 ed ancora del tutto ignorate.

https://www.change.org/p/no-alla-reclusione-dei-vecchi-e-degli-inutili-imposta-per-legge

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La coercizione non è una cura: in memoria di Jolijn Santegoeds

Diritti alla Follia · 30/04/2023 · Lascia un commento

“È mio dovere morale oppormi all’ingiustizia. In qualità di cittadina, condivido la comune responsabilità per assicurare la giustizia e i diritti umani all’interno della comunità. Perciò mi sento moralmente obbligata a denunciare i casi di ingiustizia che ho sperimentato e che ho vissuto e che devono essere conosciuti e sanati. La mia storia è la storia di altre persone là fuori. Alcune delle quali potrebbero non essere sopravvissute.” Jolijn Santegoeds

Intervento di Jolijn Santegoeds, attivista olandese recentemente scomparsa, in occasione del Congresso dell’Associazione Radicale ‘Diritti alla Follia’: Umanità e Libertà: pratiche per una de-istituzionalizzazione radicale

Al minuto 1:59:35

https://www.radioradicale.it/scheda/682535?i=4506609

 Jolijn Santegoeds da oltre 20 anni era impegnata nella difesa dei diritti umani in materia di salute mentale a livello nazionale e internazionale. E’ stata rappresentante di varie organizzazioni di persone con disabilità psicosociali, co-presidente della Rete mondiale degli utenti e dei sopravvissuti alla psichiatria (WNUSP) e membro del Consiglio di amministrazione della Rete europea degli (ex)utenti e dei sopravvissuti alla psichiatria (ENUSP), mettendo le proprie esperienze di vita al servizio di un instancabile attivismo per i diritti.

Jolijn  ha vissuto in prima persona gli abusi cui spesso sono sottoposte le persone con disabilità psicosociali, tra cui l’isolamento, il trattamento forzato e l’insicurezza abitativa, le sue battaglie sono sempre state rivolte ad un mondo libero da coercizione, tortura e trattamenti forzati.

È stata una vera leader del movimento dei sopravvissuti alla psichiatria, lavorando per fare luce sulle ingiustizie, ovunque si presentassero. Carica di energia positiva,  leader determinata e rappresentante diretta, essendo stata lei stessa una delle persone colpite nella sua vita da gravissimi abusi e comportamenti  discriminatori.

Qui di seguito uno dei suoi innumerevoli scritti, il suo contributo alla Campagna a sostegno della Convenzione CRPD per il divieto assoluto di internamento e trattamenti coatti.

Jolijn Santegoeds – Why forced psychiatric treatment must be prohibited
https://www.absoluteprohibition.org/jolijn-santegoeds-why-forced-psychiatric-treatment-must-be-prohibited/

Qui di seguito la sua storia personale

https://tekeertegendeisoleer.files.wordpress.com/2014/12/16-years-old-depressed-and-tortured-in-psychiatry.pdf

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