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Diritti alla follia

Associazione impegnata sul fronte della tutela e della promozione dei diritti fondamentali delle persone in ambito psichiatrico e giuridico.

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COMUNICATO STAMPA L’AMMINISTRAZIONE DI SOSTEGNO HA FAGOCITATO L’INTERDIZIONE E L’INABILITAZIONE: Le dichiarazioni degli avvocati C. Taormina e M. Capano

Diritti alla Follia · 29/07/2023 · 3 commenti

“Non c’è più bisogno di interdizione e inabilitazione perché ormai l’istituto dell’amministrazione di sostegno non differisce per nulla da queste misure. Dov’è la differenza quando l’amministrazione stabilisce per gli amministrati condizioni di segregazione? Divieti di visite, di incontri, ricoveri coatti. Questa situazione è una truffa dal punto di vista giuridico”.

 

Lo ha affermato l’avvocato Michele Capano, presidente dell’associazione radicale “Diritti alla follia”, nel corso della rassegna stampa del 25 luglio, curata settimanalmente dall’associazione.

 

Gli ha fatto eco l’avvocato Carlo Taormina: “L’amministrazione di sostegno si è rivelata assolutamente negativa, sotto tutti i profili. E’ diventata una professione, un ‘affare’ e gli approfittamenti sono continui, i peculati sono decine e decine. L’amministratore dispone di poteri sulla persona e questi poteri sono lasciati alla sua discrezionalità. Invece la Corte Europea dei Diritti dell’uomo ha detto: basta con questa storia. Abbiamo un mandato dalla Corte di rivedere il nostro istituto di amministrazione di sostegno, perché non può essere che quando il vecchio ti dà fastidio lo sbatti nelle Rsa. E’ tutto da rifare. Serve un’amministrazione che abbia punti specifici rispetto a quanto si può fare quando si incide sulla libertà di una persona”.

 

Avvocato Capano: “Noi, come associazione, abbiamo riflettuto molto sulle cosiddette ‘detenzioni sanitarie’. Ci è stato detto che, in questo campo, le garanzie previste dall’ambito penalistico non si possono pretendere, perché è un ambito sanitario. Quindi il fatto sanitario diventa un lasciapassare attraverso cui eludere quel presidio cruciale che stabilisce la Costituzione quando una persona viene privata della libertà personale. Perché di questo si tratta. Inutile girarci intorno. Queste procedure, in ambito sanitario, avvengono in totale assenza di un avvocato della persona che subisce questa ‘detenzione’. Sulla base di accertamenti medici, d’accordo, ma, con la scusa che i ‘malati di mente’ sono da aiutare senza alcun accertamento processuale, costoro vengono privati di ogni garanzia, anche minima. E’ su questo che vorremmo un’interlocuzione con la Corte Europea e qualcosa ha cominciato a dire all’Italia anche il Comitato per la prevenzione della tortura, che opera nell’ambito del Consiglio d’Europa.

 

Durissimo l’avvocato Taormina, che ha puntato il dito sulla “latitanza” dei giudici tutelari.

“Questa situazione ha un elemento di grandissima disattenzione e incapacità istituzionale che è quella dei giudici tutelari. Per loro la giurisdizione tutelare è una sinecura. Mettono tutto in mano all’amministratore di sostegno o al tutore. Ecco, dunque, il verificarsi di casi come quello di Carlo Gilardi. Troppa gente sta nelle Rsa e non ci dovrebbe stare.  Non c’è nessuna responsabilità di quanto fa o ha fatto l’AdS (ndr. acronimo di amministratore di sostegno).

Quando si tratta di decidere cose fondamentali per la vita di una persona serve un Collegio di magistrati. Invece queste sono tutte situazioni che abbiamo sempre ritenuto di serie C, giustizia di serie C.  E naturalmente serve un avvocato che tuteli la persona da sè stesso e dall’amministratore di sostegno.

 

Barbara Pavarotti, giornalista e conduttrice della rassegna: “Ogni giorno leggiamo di ruberie degli AdS che si appropriano dei soldi del loro assistito e vengono condannati. Ma dove erano i giudici tutelari, non hanno visto i rendiconti? Il giudice che doveva evitare queste ruberie non viene mai chiamato in causa.

 

Avvocato Taormina: “E’ vero. Il giudice tutelare, se l’AdS sbaglia o si frega soldi, non ne risponde mai. Anche se ha avuto tutta la documentazione e non l’ha controllata. Nel 99% delle procedure di amministrazione di sostegno, il giudice se ne frega e si basa su carte prodotte da medici. Invece dovrebbe convocare questi esperti, valutare l’accertamento. Non è possibile basare la decisione se X deve andare in Rsa sul parere dello psicologo di turno. Il giudice deve convocare tutti, valutare gli accertamenti medici e poi decidere. E questo deve essere frutto di una decisione collegiale, non affidata al singolo giudice. Sono scelte troppo delicate per affidarle a una singola persona”.

 

Avvocato Capano: “I decreti di nomina degli amministratori di sostegno autorizzano ogni sostituzione rispetto alla volontà dell’amministrato. Tipo la scelta delle cure. L’AdS si sostituisce al consenso sulle cure anche in caso di ricovero. Il coinvolgimento del beneficiario è solo teorico. Il grande equivoco è che non vengono definiti ‘trattamenti sanitari obbligatori’, ma volontari. Volontari, ma decisi da altri. Poi l’AdS si sostituisce alla persona nello stabilirne la residenza. E questo nonostante nel 2016, lo specifico Comitato Onu abbia raccomandato all’Italia di abrogare tutte le figure sostitutive della persona, AdS compresi. Noi speravamo, con la legge che ha istituito nel 2004, la figura degli amministratori di sostegno, in un protagonismo del beneficiario. Così non è stato”.

 

Avvocato Taormina: “L’amministrazione di sostegno sta fagocitando interdizione e inabilitazione, perché è molto più semplice farla. Invece questa distinzione deve rimanere, è ineludibile. Almeno, in queste procedure, si fanno seri approfondimenti. E la responsabilità della deriva dell’amministrazione di sostegno non è nemmeno della legge, ma della superficialità con cui la si applica.

La verità è che si sono miliardi di interessi sull’amministrazione di sostegno. E’ diventata un centro di affari, di interessi e di soldi che fa comodo a tanta gente. Gente che vota. E i politici che la difendono si buttano pure su questo.

 

Avvocato Capano: “Le parole del sottosegretario alla Giustizia Del Mastro con cui in sostanza il Governo fa quadrato e blinda la legge sugli AdS, che anzi va rafforzata ed espansa, segnano probabilmente la parola ‘fine’ alle illusioni suscitate dalla recente sentenza Cedu sul caso Gilardi, nonostante le doglianze espresse in passato da Giorgia Meloni, prima che diventasse Presidente del Consiglio”.

 

Avvocato Taormina: “No, l’Italia adesso deve fare. Se non fa nulla va contro la Corte Europea che ha dato indicazioni ben precise. Bisogna ‘tipicizzare’ tutti gli interventi che riguardano la privazione della libertà delle persone. Scavare, andare a fondo. Senza questo, nessuna limitazione può essere posta. E’ vero che la Corte Europea non ha posto obblighi all’Italia, ma se dice che solo determinate situazioni possono comportare un intervento che incide sulla personalità, allora è un po’ complicato che lo Stato non ne dia seguito.

Quanto al caso Gilardi, è chiaro che lui sta in maniera illegale nella Rsa. Ma ci vuole un magistrato coraggioso che agisca per sequestro di persona per la collocazione in Rsa. Che vada lì e dica: ‘Signori, che volete fare?’. Lo stesso sottosegretario Del Mastro ha detto che lui vuole tornare a casa sua, anche nelle condizioni in cui si trova. Ci vuole che la procura disponga l’arresto di qualcuno. Solo allora si muoverà qualcosa.

Una parola di speranza? La speranza è che in questo Paese gli ‘scarti’ siano ritenuti più importanti di chi non siamo abituati a scartare”.

 Roma 28 luglio 2023

https://youtu.be/iEMpeXjFbQ4

 

 

 

 

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Interazioni del lettore

Commenti

  1. Antonio Bertinelli dice

    29/07/2023 alle 11:16 pm

    Dato che lo Stato italiano sembra voler ignorare certe sentenze CEDU; dato che lo Stato italiano, per diverse prassi che, in ultima analisi, denegano il Diritto, ha posto i suoi cittadini in un cul de sac giurisdizionale, ho pensato alla Corte Penale Internazionale. Bisognerebbe studiare una qualche strategia per trascinare un “responsabile” degli arbitri nazionali A.d.S. davanti a quella Corte per aver commesso azioni condannati dal “Rome Statute of the International Criminal Court”. I crimini contro l’umanità sono specificamente elencati all’art. 7 della Convenzione: omicidio, sterminio, riduzione in schiavitù, deportazione, imprigionamento, tortura, stupro, violenze sessuali, persecuzione contro un gruppo per ragioni di ordine politico, razziale, nazionale, etnico, culturale, religioso o di tenore sessuale, sparizione forzata di persone, apartheid, e infine tutti gli altri atti “inumani di analogo carattere diretti a provocare intenzionalmente grandi sofferenze o gravi danni all’integrità fisica o alla salute fisica o mentale”.

    Rispondi
  2. Balbo marika dice

    31/07/2023 alle 5:54 pm

    Sono come le sabbie mobili nelle paludi!!…chi ci casca dentro non ha speranza!!!!!questa è la nostra DEMOCRAZIA!!!😭😭😡😡👎

    Rispondi
    • Antonio Bertinelli dice

      01/08/2023 alle 10:37 am

      In nome della nostra SICUREZZA ci hanno chiusi nelle case, precludendoci ogni contatto sociale, per salvaguardarci dal contagio del Covid-19.
      In nome della SICUREZZA dei patrimoni familiari, al fine di “salvaguardarli”, ci fanno schiavizzare/internare da certi giudici tutelari e dai loro degni A.d.S. esogeni.
      In nome della SICUREZZA avvelenano con le maldicenze e contingentando i rapporti affettivi tra i familiari ed i loro “beneficiati”.
      Da molto tempo ormai tutti i governi ci propinano come democrazia quello che è pura ed insopportabile SUDDITANZA.

      Rispondi

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