Comunicato Stampa
L’associazione ‘Diritti alla Follia’ non è sorpresa dell’epilogo del processo di secondo grado presso la Corte di Appello di Lecce contro l’avvocata Gabriella Cassano, il suo compagno Fabio Degli Angeli, Cosimo Visconti e Cosimo Filieri. La conferma delle condanne inflitte in primo grado per i reati di sequestro di persona, circonvenzione di incapace, abbandono di incapace e sottrazione di persona incapace “ai danni” di Marta Garofalo Spagnolo, rappresenta un doloroso simbolo dell’odiosa ed illegale discriminazione operante nel nostro sistema giuridico nei confronti delle persone con disabilità psicosociale.
Una storia di sofferenza e privazione
Marta Garofalo Spagnolo, una giovane donna pugliese, sottoposta ad amministrazione di sostegno, è stata rinchiusa contro la sua volontà per oltre undici anni in diverse “Case Famiglia”, istituti che si sono rivelati luoghi di feroce detenzione e segregazione, rimasti tali nonostante le numerose fughe e le quotidiane implorazioni e richieste di aiuto da parte della donna. Marta è rimasta prigioniera di un sistema che – in violazione degli obblighi internazionali assunti dall’Italia con la firma della Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità (CRPD), sul fronte dell’impossibilità di “sostituirsi” alla persona nella presa di decisioni (come è accaduto per Marta) e della deistituzionalizzazione – le ha negato la libertà fino alla sua tragica morte il 3 novembre 2022, all’età di 31 anni. Uccisa dal regime che così disvela l’ipocrisia criminale della presunta “protezione” che veniva assicurata alla ragazza.
Puniti per aver commesso il ‘reato di umanità’
Cassano e Degli Angeli sono stati puniti per aver commesso quello che possiamo definire il ‘reato di umanità‘: aver accolto e dato rifugio a Marta durante una delle sue fughe. Un gesto di compassione e umanità che è stato severamente punito, mentre il vero “esproprio di vita” di Marta, durato oltre undici anni, rimane impunito. Questo processo ha l’effetto di colpire “due” persone per educarne “cento”, scoraggiando qualsiasi atto di umana solidarietà verso le persone intrappolate in un sistema che le ignora e le opprime.
I condannati sono gli unici innocenti in una vicenda – quella della tortura prima, dell’uccisione poi, di Marta, nella quale decine di uomini e donne delle istituzioni – Giudici compresi – si sono costituiti in ‘associazione a delinquere’ per privare Marta della dignità, della libertà, e della vita.
Sarà impegno dell’associazione continuare a manifestarlo ed a sostenerlo in ogni sede.
L’Amministrazione di Sostegno: Un sistema da riformare
La Legge 6/2004, che ha introdotto l’amministrazione di sostegno nel nostro codice civile, può trasformarsi, come dimostra il caso di Marta, in uno strumento di privazione della libertà e di autonomia. Nel 2016, l’Italia è stata richiamata dal Comitato ONU per l’attuazione della Convenzione sui Diritti delle Persone con Disabilità, ratificata con la Legge 18/2009, per le sue pratiche discriminatorie. Tuttavia, poco è cambiato da allora.
Verso una nuova legislazione
In risposta a queste gravi problematiche, il 18 aprile 2024 l’associazione ‘Diritti alla Follia’ ha depositato presso la Corte Suprema di Cassazione una Proposta di Legge di iniziativa popolare per l’abolizione dell’interdizione e dell’inabilitazione e per la riforma dell’amministrazione di sostegno con l’intento di passare da un approccio basato sulla protezione a quello del riconoscimento dei diritti e delle libertà delle persone direttamente coinvolte, così come delineato dagli standard internazionali.
Invito all’azione
La Campagna di sensibilizzazione e denuncia “Fragile a Chi?!”, promossa dall’associazione ‘Diritti alla Follia’, a sostegno della Proposta di Legge di iniziativa popolare, mira a raccogliere le 50.000 firme necessarie affinché la proposta di legge venga discussa in Parlamento. Essa è aperta all’adesione di Enti, gruppi e singole persone.
Per informazioni e per aderire all’iniziativa, si rimanda alla pagina della Campagna https://dirittiallafollia.it/campagna-riforma-amministrazione-sostegno/ o all’indirizzo mail dirittiallafollia@gmail.com
Associazione ‘Diritti alla Follia’ Roma 30-06-2024
Lascia un commento